Investing.com – I futures del petrolio greggio sono saliti stamane -leggermente al di sotto del massimo di 9 mesi toccato ieri- dopo l’accordo raggiunto dai ministri delle finanze della zona euro sul salvataggio di 130 miliardi concesso alla Grecia, mentre i timori per l’interruzione delle esportazioni iraniane continuano a pesare sui prezzi.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 104,96 dollari al barile, con un’impennata dell’1,25%.
Il contratto di marzo scadrà alla fine della sessione di oggi. La scadenza dei contratti spesso porta sessioni più volatili, poiché i partecipanti cercano di chiudere le posizioni o di riposizionarsi.
Intanto il contratto più scambiato di aprile è salito dell’1,74%, a 105,41 dollari al barile. Lunedì i prezzi erano saliti a 105,80, il massimo dal 5 maggio 2011.
Nella primissima mattinata di oggi i ministri delle finanze della zona euro hanno concesso alla Grecia un salvataggio di 130 miliardi di euro, per ridurre il debito del paese al 120% del PIL per il 2020, evitando così un default.
I creditori del settore privato hanno inoltre accettato un write down dei titoli del 53,5%, rispetto al 50% precedentemente concesso, e ci si aspetta che ciò taglierà il debito greco di 107 miliardi.
La decisione aiuterà Atene a pagare i bond in scadenza e evitare un default del debito sovrano.
Gli sviluppi della zona euro hanno dominato gli scambi negli ultimi mesi, con i prezzi che hanno seguito la fiducia degli investitori verso la crisi del debito della zona euro.
Intanto i prezzi hanno il supporto dai timori per un’interruzione delle esportazioni iraniane.
Tehran ha dichiarato di aver interrotto le esportazioni di greggio alle compagnie britanniche e francesi, ed il vertice della compagnia petrolifera statale iraniana ha affermato che se le nazioni UE continueranno le “ostilità” le esportazioni saranno interrotte anche a loro.
I traders tengono d’occhio le crescenti tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
L’Iran è il terzo esportatore mondiale di petrolio, dopo l’ Arabia Saudita e la Russia. La minaccia di un’interruzione delle forniture del paese ha dato il supporto ai prezzi nelle ultime settimane.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad aprile sono stati scambiati a 120,17 dollari al barile, in salita dello 0,1%, 14,76 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 104,96 dollari al barile, con un’impennata dell’1,25%.
Il contratto di marzo scadrà alla fine della sessione di oggi. La scadenza dei contratti spesso porta sessioni più volatili, poiché i partecipanti cercano di chiudere le posizioni o di riposizionarsi.
Intanto il contratto più scambiato di aprile è salito dell’1,74%, a 105,41 dollari al barile. Lunedì i prezzi erano saliti a 105,80, il massimo dal 5 maggio 2011.
Nella primissima mattinata di oggi i ministri delle finanze della zona euro hanno concesso alla Grecia un salvataggio di 130 miliardi di euro, per ridurre il debito del paese al 120% del PIL per il 2020, evitando così un default.
I creditori del settore privato hanno inoltre accettato un write down dei titoli del 53,5%, rispetto al 50% precedentemente concesso, e ci si aspetta che ciò taglierà il debito greco di 107 miliardi.
La decisione aiuterà Atene a pagare i bond in scadenza e evitare un default del debito sovrano.
Gli sviluppi della zona euro hanno dominato gli scambi negli ultimi mesi, con i prezzi che hanno seguito la fiducia degli investitori verso la crisi del debito della zona euro.
Intanto i prezzi hanno il supporto dai timori per un’interruzione delle esportazioni iraniane.
Tehran ha dichiarato di aver interrotto le esportazioni di greggio alle compagnie britanniche e francesi, ed il vertice della compagnia petrolifera statale iraniana ha affermato che se le nazioni UE continueranno le “ostilità” le esportazioni saranno interrotte anche a loro.
I traders tengono d’occhio le crescenti tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
L’Iran è il terzo esportatore mondiale di petrolio, dopo l’ Arabia Saudita e la Russia. La minaccia di un’interruzione delle forniture del paese ha dato il supporto ai prezzi nelle ultime settimane.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad aprile sono stati scambiati a 120,17 dollari al barile, in salita dello 0,1%, 14,76 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.