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Greggio vicino al max di una settimana, dollaro giù e negoziati in Iran

Pubblicato 12.04.2012, 09:33
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Investing.com – I futures del petrolio sono in salita per il secondo giorno consecutivo, vicini al massimo di una settimana, tra un dollaro più debole ed in vista dei negoziati tra sei potenze mondiali e l’Iran, che avranno luogo nel corso del weekend.

Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a maggio sono stati scambiati a 103,02 dollari al barile, in salita dello 0,31%.

Precedentemente il prezzo era salito dello 0,5% al massimo giornaliero di 103,19 dollari al barile, il massimo dal 5 aprile.

I rialzi del petrolio hanno fatto seguito al ribasso del dollaro contro l’euro, dovuto alla dichiarazione della BCE dell’eventualità di un ulteriore acquisto di bond, per facilitare la Spagna.

L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,17% a 79,81.

I prezzi del petrolio solitamente aumentano quando il dollaro si indebolisce, poiché le materie prime espresse in dollari diventano più economiche per i titolari di altre valute quando il biglietto verde si rafforza.

I prezzi del greggio hanno avuto inoltre il supporto del report del governo che mostra un calo delle scorte di benzina.

Il report settimanale della US Energy Information Administration ha dimostrato che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 2,8 milioni di barili la scorsa settimana, a 365,2 milioni di barili, il livello più alto dal 1990.

Le scorte di benzina è hanno visto un calo di 4,3milioni di barili, contro le aspettative di un calo di 1,3 milioni di barili, mentre le scorte degli altri carburanti, tra cui olio da riscaldamento e diesel sono scese di 4 milioni di barili.

Intanto, i traders attendono i negoziati che inizieranno nel week end a Istanbul, in Turchia tra l’Iran e sei potenze mondiali, per discutere del programma nucleare di Tehran.

Le sei potenze mondiali sono Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Russia e Cina.

Mercoledì, il responsabile dei negoziati sul nucleare iraniano, Saeed Jalili, ha dichiarato che il suo paese intende presentare nuove proposte nei prossimi colloqui sul suo controverso programma nucleare.

“La delegazione iraniana prenderà nuove iniziative nei colloqui e speriamo che l’altra parte farà lo stesso”, ha dichiarato Jalili.

Le tensioni tra Iran e occidente riguardo al programma nucleare hanno dominato il sentimento del petrolio negli ultimi mesi, spingendo i prezzi da 75 dollari al barile ad ottobre, a 110 dollari al barile a marzo.

Gli investitori ora attendono i dati sul PIL cinese del primo trimestre, che sarà rilasciato venerdì.

La Banca Mondiale ha tagliato i dati sulla crescita della Cina, con un’aspettativa di crescita per il Paese asiatico ad un tasso del 8,2% quest’anno, giù da una proiezione di gennaio del 8,4%.

Gli investitori stanno osservando l’andamento della crescita cinese, nei timori che il paese sia davanti ad un “atterraggio duro”. La Cina ha abbassato il suo target di crescita del PIL al 7,5% quest’anno, il più basso in otto anni.

I dati ufficiali sugli scambi rilasciati martedì hanno mostrato che le importazioni cinesi di greggio marzo sono aumentate dell’ 8,7% sull’anno, a 5,55 milioni di barili al giorno, staccandosi dal mese precedente, ma ancora al terzo livello più alto.

La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli Stati Uniti ed è stato il traino dell’aumento della domanda.

Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a maggio sono stati scambiati a 120,05 dollari al barile, su dello 0,15%, 17,03 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.


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