Investing.com – I futures del petrolio greggio sono vicini al minimo di 4 settimane questo martedì; scendono i timori di un’azione militare contro la Siria.
L’attenzione dei traders ora è puntata alla decisione di politica monetaria USA di mercoledì.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a novembre sono stati scambiati a 105,66 dollari al barile nella mattinata europea, in calo dello 0,5%. Il contratto di novembre è sceso dell’1,5% a 106,59 dollari al barile questo lunedì.
I futures sulla borsa di New York sono scesi dell’1,25% al minimo della seduta di 105,25 dollari al barile.
I futures del petrolio troveranno supporto a 105,06 dollari al barile, il minimo dal 1° settembre e resistenza a 108,64 dollari al barile, il massimo del 13 settembre.
I prezzi sono andati sotto pressione con gli operatori dei mercati che restano concentrati sugli sviluppi riguardanti la soluzione diplomatica per la gestione dell’arsenale chimico siriano.
Sabato il Segretario di Stato USA John Kerry ed il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov hanno trovato un accordo su un piano per al distruzione dell’arsenale chimico della Siria per la metà 2014.
Il 28 agosto il petrolio ha toccato il massimo di 27 mesi di 112,22 dollari al barile, un’impennata dovuta alla speculazione su un imminente azione militare degli USA contro il governo di Bashar al-Assad.
Sebbene la Siria non sia uno dei principali produttori di petrolio, gli investitori temono che la guerra civile possa estendersi e condizionare le forniture di greggio dei paesi limitrofi.
I Paesi del Medio Oriente hanno rappresentato il 35% della produzione globale nel 2012.
Intanto gli investitori hanno spostato l’attenzione sul vertice di due giorni della Fed, che avrà inizio nel corso della giornata, nelle aspettative che la banca centrale inizierà a ridurre il programma di acquisti da 85 miliardi di dollari al mese.
Gli analisti prevedono che la Fed ridurrà gli acquisti mensili di 10 miliardi di dollari, a 75 miliardi di dollari.
Il programma di stimolo della Fed è considerato da molti investitori come un motore dell’aumento dei prezzi delle materie prime, poiché tende a pesare sul valore del dollaro.
I traders del petrolio attendono i dati settimanali sulle scorte di greggio nel corso della giornata, per valutare la forza della domanda del principale consumatore mondiale di greggio.
L’American Petroleum Institute pubblicherà nel corso della giornata il suo rapporto sulle scorte, mentre il report di giovedì potrebbe mostrare un calo di 1,4 milioni di barili.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna ad ottobre sono scesi dello 0,3% a 109,77 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 4,11 dollari al barile.
L’attenzione dei traders ora è puntata alla decisione di politica monetaria USA di mercoledì.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a novembre sono stati scambiati a 105,66 dollari al barile nella mattinata europea, in calo dello 0,5%. Il contratto di novembre è sceso dell’1,5% a 106,59 dollari al barile questo lunedì.
I futures sulla borsa di New York sono scesi dell’1,25% al minimo della seduta di 105,25 dollari al barile.
I futures del petrolio troveranno supporto a 105,06 dollari al barile, il minimo dal 1° settembre e resistenza a 108,64 dollari al barile, il massimo del 13 settembre.
I prezzi sono andati sotto pressione con gli operatori dei mercati che restano concentrati sugli sviluppi riguardanti la soluzione diplomatica per la gestione dell’arsenale chimico siriano.
Sabato il Segretario di Stato USA John Kerry ed il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov hanno trovato un accordo su un piano per al distruzione dell’arsenale chimico della Siria per la metà 2014.
Il 28 agosto il petrolio ha toccato il massimo di 27 mesi di 112,22 dollari al barile, un’impennata dovuta alla speculazione su un imminente azione militare degli USA contro il governo di Bashar al-Assad.
Sebbene la Siria non sia uno dei principali produttori di petrolio, gli investitori temono che la guerra civile possa estendersi e condizionare le forniture di greggio dei paesi limitrofi.
I Paesi del Medio Oriente hanno rappresentato il 35% della produzione globale nel 2012.
Intanto gli investitori hanno spostato l’attenzione sul vertice di due giorni della Fed, che avrà inizio nel corso della giornata, nelle aspettative che la banca centrale inizierà a ridurre il programma di acquisti da 85 miliardi di dollari al mese.
Gli analisti prevedono che la Fed ridurrà gli acquisti mensili di 10 miliardi di dollari, a 75 miliardi di dollari.
Il programma di stimolo della Fed è considerato da molti investitori come un motore dell’aumento dei prezzi delle materie prime, poiché tende a pesare sul valore del dollaro.
I traders del petrolio attendono i dati settimanali sulle scorte di greggio nel corso della giornata, per valutare la forza della domanda del principale consumatore mondiale di greggio.
L’American Petroleum Institute pubblicherà nel corso della giornata il suo rapporto sulle scorte, mentre il report di giovedì potrebbe mostrare un calo di 1,4 milioni di barili.
I futures Brent sull’ICE Futures Exchange con consegna ad ottobre sono scesi dello 0,3% a 109,77 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 4,11 dollari al barile.