Investing.com – I futures del petrolio oscillano tra piccoli rialzi e ribassi giovedì, i rinnovati timori sulla crescita economica cinese hanno rialzato le preoccupazioni sulla domanda del paese asiatico; intanto i traders continuano a seguire gli sviluppi sull’Iran ed una potenziale interruzione delle forniture.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 105,34 dollari al barile, in calo dello 0,1%.
Il contratto di aprile è stato scambiato in un range tra 105,95 dollari al barile, il massimo giornaliero e 105,11, dollari al barile il minimo dal 7 marzo.
I timori sulle previsioni dell’economia cinese di sono riaffacciati dopo che il primo ministro Wen Jiabao, ha dichiarato ieri che la Cina deve accettare una crescita più lenta e delle riforme politiche più forti, per impedire avere un passo più costante. Ha inoltre cancellato le aspettative verso delle misure di allentamento nel settore immobiliare.
Il sentimento del mercato si è risollevato dopo l’approvazione formale da parte dei ministri delle finanze della zona euro al salvataggio per la Grecia.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli USA, ed è stato il motore di una domanda più forte.
I dati pubblicati ieri dal governo USA hanno mostrato che le scorte di dell’hub di Cushing, in Oklahoma, sono salite di 2,5 milioni di barili, al massimo di 9 mesi la scorsa settimana, sottolineando i timori per un calo della domanda energetica negli USA.
Intanto il dollaro è supportato dal miglioramento delle previsioni della Federal Reserve sull’economia USA, che avevano fatto scendere le aspettative degli investitori verso un terzo allentamento quantitativo da parte della banca centrale.
I prezzi del petrolio solitamente scendono poiché le materie prime espresse in dollari diventano più costose per i titolari di altre valute quando il biglietto verde si rafforza.
Ma i futures sono supportati dalle tensioni tra Iran e occidente. In una conferenza con il premier britannico David Cameron,il presidente USA Barack Obama ha dichiarato che lo spazio per una risoluzione diplomatica dul programma nucleare iraniano si sta restringendo sempre più.
I due leaders hanno discusso della possibilità di rilasciare delle riserve di emergenza.
Le tensioni tra Iran e occidente sono ferme da mesi sul al programma nucleare di Teheran.
Restano al centro dell’attenzione anche le tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
L’Iran produce 3,5 milioni di barili al giorno, ed è il secondo produttore dell’OPEC, dopo l’Arabia Saudita.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad aprile sono stati scambiati a 124,52 dollari al barile, giù dello 0,06%, 19,18 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 105,34 dollari al barile, in calo dello 0,1%.
Il contratto di aprile è stato scambiato in un range tra 105,95 dollari al barile, il massimo giornaliero e 105,11, dollari al barile il minimo dal 7 marzo.
I timori sulle previsioni dell’economia cinese di sono riaffacciati dopo che il primo ministro Wen Jiabao, ha dichiarato ieri che la Cina deve accettare una crescita più lenta e delle riforme politiche più forti, per impedire avere un passo più costante. Ha inoltre cancellato le aspettative verso delle misure di allentamento nel settore immobiliare.
Il sentimento del mercato si è risollevato dopo l’approvazione formale da parte dei ministri delle finanze della zona euro al salvataggio per la Grecia.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli USA, ed è stato il motore di una domanda più forte.
I dati pubblicati ieri dal governo USA hanno mostrato che le scorte di dell’hub di Cushing, in Oklahoma, sono salite di 2,5 milioni di barili, al massimo di 9 mesi la scorsa settimana, sottolineando i timori per un calo della domanda energetica negli USA.
Intanto il dollaro è supportato dal miglioramento delle previsioni della Federal Reserve sull’economia USA, che avevano fatto scendere le aspettative degli investitori verso un terzo allentamento quantitativo da parte della banca centrale.
I prezzi del petrolio solitamente scendono poiché le materie prime espresse in dollari diventano più costose per i titolari di altre valute quando il biglietto verde si rafforza.
Ma i futures sono supportati dalle tensioni tra Iran e occidente. In una conferenza con il premier britannico David Cameron,il presidente USA Barack Obama ha dichiarato che lo spazio per una risoluzione diplomatica dul programma nucleare iraniano si sta restringendo sempre più.
I due leaders hanno discusso della possibilità di rilasciare delle riserve di emergenza.
Le tensioni tra Iran e occidente sono ferme da mesi sul al programma nucleare di Teheran.
Restano al centro dell’attenzione anche le tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
L’Iran produce 3,5 milioni di barili al giorno, ed è il secondo produttore dell’OPEC, dopo l’Arabia Saudita.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad aprile sono stati scambiati a 124,52 dollari al barile, giù dello 0,06%, 19,18 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.