Investing.com - Il prezzo del greggio crolla per la settima seduta consecutiva questo lunedì, restando vicino ad un livello che non si registrava da oltre un decennio per via dei crolli sui mercati azionari cinesi.
Le borse cinesi crollano ancora questo lunedì, con l’indice Shanghai Composite e l’indice CSI300 che hanno registrato un crollo di oltre il 5%, nonostante i tentativi di Pechino di stabilizzare i mercati.
La scorsa settimana, l’indice Shanghai Composite ha perso tutti i guadagni del 2015, segnando un crollo del 10% in soli cinque giorni.
I traders temono che il crollo dei titoli azionari possa allargarsi ad altri settori economici e che possa causare una riduzione della richiesta di greggio da parte della nazione asiatica.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli Stati Uniti ed è stata il motore del rafforzamento della domanda.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a marzo crolla di 84 centesimi, o del 2,49%, a 33,09 dollari al barile alle 14:45 GMT, o alle 9:45 ET, dopo aver segnato il minimo della seduta di 32,83 dollari. Il 7 gennaio, il prezzo è crollato a 32,16 dollari, un livello che non si registrava dall’aprile del 2004.
La scorsa settimana, i futures del Brent scambiati sulla borsa di Londra sono crollati di 4,30 dollari, o del 10,01%, dal momento che il crollo delle borse cinesi ed il rapido deprezzamento dello yuan hanno pesato sul sentimento degli investitori.
Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a febbraio registra un crollo di 77 centesimi, o del 2,32%, a 32,39 dollari al barile. Precedentemente il prezzo è crollato a 32,25 dollari, non lontano dal minimo di 13 anni di 32,10 dollari della scorsa settimana.
La scorsa settimana i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono crollati di 4,44 dollari, o del 10,48%, l’undicesimo calo settimanale delle ultime 13 settimane.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli West Texas Intermediate è di 70 centesimi, rispetto ai 39 centesimi segnati alla chiusura di venerdì.
La produzione globale di greggio supera di gran lunga la domanda a causa dell’impennata della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e dopo la decisione dello scorso anno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio di non tagliare la produzione per difendere la partecipazione sul mercato.
Molti analisti dei mercati prevedono che l’eccesso di scorte globali non farà che peggiorare quest’anno per via dell’impennata della produzione da parte di Arabia Saudita e Russia.
Il problema delle scorte in esubero peggiorerà ulteriormente quando il greggio iraniano tornerà sul mercato all’inizio di quest’anno, in seguito alla cancellazione delle sanzioni imposte al paese dall’Occidente. Secondo gli analisti, il paese potrebbe aumentare la produzione di circa 500.000 barili, facendo aumentare l’eccesso di scorte che sta facendo crollare i prezzi.