Investing.com - I futures del greggio sono in salita questo giovedì, dopo essere crollati al minimo di tre settimane ieri per via dei timori per l’eccesso di scorte che pesano sul mercato del greggio.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a dicembre sale di 44 centesimi, o dello 0,97%, a 45,64 dollari al barile negli scambi della mattinata europea.
Ieri, il prezzo del greggio Nymex è crollato di 1,09 dollari, o del 2,35%. Precedentemente il prezzo ha segnato 44,86 dollari, il minimo dal 2 ottobre, dopo i dati che hanno mostrato che le scorte di greggio USA sono salite molto più del previsto la scorsa settimana.
Nel report settimanale della U.S. Energy Information Administration, si legge infatti che le scorte di greggio sono aumentate di 8,0 milioni di barili la scorsa settimana. Gli analisti avevano previsto un aumento di 3,9 milioni di barili.
Le scorte di greggio statunitensi ammontano a 476,6 milioni di barili, restando vicino ad un livello che in questo periodo dell’anno non si registrava da almeno 80 anni.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a dicembre sale di 42 centesimi, o dello 0,88%, a 48,27 dollari al barile. Ieri, i futures del Brent sono crollati di 86 centesimi, o dell’1,77%, dopo aver segnato il minimo della seduta di 47,50 dollari, un livello che non si registrava dal 2 ottobre.
Gli esperti dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e dei paesi non membri non sono riusciti a trovare un accordo su nuove misure a sostegno dei prezzi in occasione delle trattative svoltesi ieri a Vienna. Il vertice ufficiale dell’OPEC si terrà invece il 4 dicembre.
Il mercato del greggio è risultato volatile negli ultimi mesi per via dell’incertezza legata alla tempistica della riduzione dell’eccesso di greggio globale. Nonostante le previsioni di un calo in Nord America, la produzione resta alta negli altri paesi.
Secondo l’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI), il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è sceso di dieci unità la scorsa settimana a 595, il settimo calo settimanale consecutivo. Nelle sei settimane precedenti, gli impianti sono diminuiti di 70 unità.
Tuttavia, l’Arabia Saudita e gli altri paesi del Golfo membri dell’OPEC negli ultimi mesi hanno reso noto che sono intenzionati a tenere ancora alta la produzione per difendere il loro ruolo sul mercato.
Il prezzo del greggio è crollato di quasi il 60% dalla scorsa estate a causa della preoccupazione per l’eccesso di greggio sui mercati globali.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 2,63 dollari al barile, rispetto ai 2,65 dollari segnati alla chiusura di ieri.