Investing.com - Il prezzo del greggio è relativamente invariato negli scambi di questo martedì mattina, riprendendo fiato dopo l’impennata al massimo di oltre due anni della seduta precedente.
I future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, restano stabili a 64,28 dollari al barile alle 2:55 ET (07:55 GMT). Ieri ha toccato 64,44 dollari al barile, il massimo dal luglio 2015.
Intanto, i future del greggio West Texas Intermediate (WTI) sono invariati a 57,31 dollari al barile, dopo aver raggiunto il massimo dalla metà del 2015 di 57,61 dollari nella scorsa seduta.
Il prezzo del greggio è schizzato di oltre il 3% ieri, l’aumento percentuale maggiore delle ultime sei settimane, nei timori per gli eventi politici del fine settimana in Arabia Saudita che hanno portato all’arresto di funzionari e membri della famiglia reale.
La retata del fine settimana ha visto coinvolti principi, uomini d’affari e ministri del governo sauditi nell’ambito di quello che è stato definito un giro di vite anti-corruzione ma che alcuni ritengono una mossa da parte del principe ereditario Mohammad bin Salman per consolidare il proprio potere.
L’Arabia Saudita è tra i principali produttori mondiali di greggio ed è il membro più influente dell’OPEC.
Il prezzo del greggio è stato inoltre spinto dalle aspettative che i paesi produttori di petrolio accettino di prorogare l’accordo sui tagli alla produzione in occasione del vertice in agenda a fine mese.
In base all’accordo originale, siglato quasi un anno fa dall’OPEC e da altri 10 produttori non-OPEC con a capo la Russia, è previsto un taglio della produzione di 1,8 milioni di barili al giorno per sei mesi. Il patto è stato prorogato nel maggio di quest’anno per un periodo di nove mesi fino al marzo del 2018 nel tentativo di ridimensionare le scorte di greggio globali in eccesso e supportare il prezzo.
Continuano le discussioni in vista del vertice del 30 novembre, a cui parteciperanno i ministri del petrolio dell’OPEC e anche dei paesi non-OPEC.
Gli investitori attendono i dati settimanali sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati per valutare la forza della domanda da parte del principale consumatore mondiale di greggio.
L’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, rilascerà il report settimanale alle 16:30 ET (20:30 GMT). I dati ufficiali della Energy Information Administration saranno rilasciati domani e si prevede un calo di circa 2,8 milioni di barili, il secondo consecutivo.
L’impennata del greggio, iniziata i primi di ottobre, è stata scatenata soprattutto dai segnali che il mercato del greggio ha finalmente cominciato a tornare in equilibrio. Il Brent è più del 40% al di sopra dei minimi del giugno di quest’anno, mentre il WTI supera di un terzo i minimi del 2017.
Intanto, i future della benzina salgono a 1,827 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento scende a 1,938 dollari al gallone.
I future del gas naturale sono invariati a 3,133 dollari per milione di BTU dopo l’impennata del 5% di ieri, il balzo in una sola seduta migliore dal 30 ottobre.