Investing.com – I futures del petrolio greggio sono saliti stamane, vicini al massimo di 2 settimane dopo che il Parlamento greco ha approvato le misure di austerità necessarie al secondo salvataggio per evitare un default. Intanto i prezzi sono supportati dai rinnovati timori sull’interruzione delle forniture iraniane.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 100,25 dollari al barile, con un’impennata dell1,23%.
Precedentemente il prezzo era salito dell’1,3% a 100,30 dollari al barile, il massimo della sessione.
Ieri i leader greci hanno approvato una serie di tagli alle spese necessari ad assicurare il pacchetto di salvataggio di 130 miliardi di euro ed evitare il default.
Le controversie misure di austerità sono state approvato con una votazione 119-74, con 27 astenuti, secondo quanto riportato.
L’attenzione si posa ora sull’incontro che si terrà mercoledì tra i ministri delle finanze della zona euro, al fine di discutere il secondo salvataggio prima della scadenza del 20 marzo.
La Grecia deve ha in scadenza 14,5 miliardi di euro di bond il 20 marzo, e necessita del salvataggio per il pagamento dei bond ed evitare un problematico default.
Gli sviluppi della zona euro hanno dominato il il mercato del petrolio negli ultimi mesi, nei timori che la crisi del debito possa causare un rallentamento della domanda di petrolio.
La notizia ha spinto l’euro contro il dollaro, mentre
l'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,48% a 78,73.
I contratti in dollari solitamente salgono quando il dollaro si indebolisce, poiché le materie prime espresse in dollari diventano meno costose per i titolari di altre valute.
I traders tengono d’occhio la potenziale interruzione delle forniture iraniane, dopo che compagnie che controllano più di 100 superpetroliere hanno dichiarato che non coaricheranno più dall’Iran, inasprendo le sanzioni sul quarto produttore mondiale di petrolio.
Intanto il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha dichiarato nel weekend che svelerà “successi molto importanti in campo nucleare” nei prossimi giorni, secondo il canale della tv di stato.
L'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio, ed ha prodotto circa il 5% del petrolio mondiale nel 2010. La minaccia di un’interruzione delle forniture ha spinto i prezzi del petrolio nelle sessioni recenti.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a marzo sono stati scambiati a 117,84 dollari al barile, in salita dello 0,93%, 17,59 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.
I prezzi Brent sono stati spinti dai timori per l’eventuale interruzione delle forniture dai produttori africani tra cui Nigeria e Sudan del Sud, nonché dall’ondata di gelo in Europa.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 100,25 dollari al barile, con un’impennata dell1,23%.
Precedentemente il prezzo era salito dell’1,3% a 100,30 dollari al barile, il massimo della sessione.
Ieri i leader greci hanno approvato una serie di tagli alle spese necessari ad assicurare il pacchetto di salvataggio di 130 miliardi di euro ed evitare il default.
Le controversie misure di austerità sono state approvato con una votazione 119-74, con 27 astenuti, secondo quanto riportato.
L’attenzione si posa ora sull’incontro che si terrà mercoledì tra i ministri delle finanze della zona euro, al fine di discutere il secondo salvataggio prima della scadenza del 20 marzo.
La Grecia deve ha in scadenza 14,5 miliardi di euro di bond il 20 marzo, e necessita del salvataggio per il pagamento dei bond ed evitare un problematico default.
Gli sviluppi della zona euro hanno dominato il il mercato del petrolio negli ultimi mesi, nei timori che la crisi del debito possa causare un rallentamento della domanda di petrolio.
La notizia ha spinto l’euro contro il dollaro, mentre
l'indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,48% a 78,73.
I contratti in dollari solitamente salgono quando il dollaro si indebolisce, poiché le materie prime espresse in dollari diventano meno costose per i titolari di altre valute.
I traders tengono d’occhio la potenziale interruzione delle forniture iraniane, dopo che compagnie che controllano più di 100 superpetroliere hanno dichiarato che non coaricheranno più dall’Iran, inasprendo le sanzioni sul quarto produttore mondiale di petrolio.
Intanto il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha dichiarato nel weekend che svelerà “successi molto importanti in campo nucleare” nei prossimi giorni, secondo il canale della tv di stato.
L'Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio, ed ha prodotto circa il 5% del petrolio mondiale nel 2010. La minaccia di un’interruzione delle forniture ha spinto i prezzi del petrolio nelle sessioni recenti.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a marzo sono stati scambiati a 117,84 dollari al barile, in salita dello 0,93%, 17,59 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.
I prezzi Brent sono stati spinti dai timori per l’eventuale interruzione delle forniture dai produttori africani tra cui Nigeria e Sudan del Sud, nonché dall’ondata di gelo in Europa.