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Il greggio USA riduce le perdite dopo il crollo al minimo di 6 anni

Pubblicato 16.03.2015, 09:16
© Reuters.   Futures del greggio WTI al minimo di 6 anni, timori per l’eccesso delle scorte
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Investing.com - I futures del greggio USA riducono le perdite questo lunedì, dopo aver precedentemente toccato il minimo di sei anni tra i crescenti timori per l’eccesso delle scorte.

Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna ad aprile ha toccato il minimo della seduta di 43,57 dollari al barile, un livello che non si registrava dal marzo del 2009, prima di attestarsi a 44,41 dollari negli scambi della mattinata europea, giù di 43 centesimi, o dello 0,96%.

Il contratto di maggio è sceso di 14 centesimi, o dello 0,3%, a 46,92 dollari dopo aver toccato il minimo intraday di 45,89 dollari.

Venerdì il greggio scambiato sulla borsa di New York è crollato di 2,21 dollari, o del 4,7%, dopo la pubblicazione del report ribassista dell’Agenzia Internazionale per l’Energia sulle scorte globali e la richiesta di greggio.

Nell’attesissimo report mensile sul mercato del greggio pubblicato venerdì, l’AIE ha dichiarato che la ripresa del prezzo del greggio resta precaria dato l’aumento della produzione negli USA.

Secondo l’Agenzia, l’apparenza di stabilità sul mercato del greggio è senza fondamento.

La scorsa settimana, i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York sono crollati di 4,76 dollari, o del 9,61%, il quarto calo settimanale consecutivo ed il maggiore dall’inizio di dicembre.

L’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI) venerdì ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è diminuito di 56 unità la scorsa settimana, a 866, riducendosi per 14 settimane consecutive.

Il numero di impianti di trivellazione in funzione negli Stati Uniti è sceso del 46% rispetto al massimo storico di 1.609 unità registrato ad ottobre.

I traders hanno seguito da vicino la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.

Tuttavia, le scorte di greggio statunitensi sono salite a 448,9 milioni di barili la scorsa settimana, il massimo di quasi 80 anni, segnale che il calo dei prezzi non ha ancora influito sulla produzione.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna ad aprile crolla di 65 centesimi, o dell’1,18%, a 54,36 dollari al barile. Questa mattina, il prezzo ha toccato i 53,64 dollari, il minimo dal 2 febbraio.

Venerdì, il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è crollato di 2,27 dollari, o del 3,96% a 55,01 dollari. La scorsa settimana, il greggio Brent ha subito un crollo di 4,95 dollari, o dell’8,47%, il secondo calo settimanale consecutivo.

Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 7,44 dollari al barile, rispetto ai 7,95 dollari segnati alla chiusura di venerdì.

Negli ultimi mesi, il prezzo del greggio è crollato per via della decisione del’OPEC di non tagliare la produzione, mentre negli Stati Uniti si è registrata la produzione più alta degli ultimi tre decenni, causando un eccesso delle scorte globali.

L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si è attestato a 100,41, dopo aver toccato il massimo di 100,71 durante la notte, un livello che non si registrava dall’aprile del 2003.

La richiesta di dollaro continua ad essere sostenuta dopo il report migliore del previsto sull’occupazione non agricola di febbraio rilasciato all’inizio del mese che ha alimentato le aspettative di un aumento dei tassi di interesse.

I contratti dei futures del greggio valutati in dollari tendono a scendere in concomitanza al rafforzamento del biglietto verde, dal momento che il greggio diventa più costoso per i titolari di altre valute.

L’euro scende al minimo di 12 anni contro il dollaro poiché continua a pesare la differenza tra la politica monetaria attuata negli Stati Uniti e quella scelta nella zona euro.

L’attenzione degli investitori è rivolta alla dichiarazione della Fed, prevista per mercoledì, per capire se la banca intenda o meno essere paziente prima di aumentare i tassi e se dichiarerà che l’aumento dipende dai dati economici.

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