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Il rame scende dopo il calo delle importazioni cinesi

Pubblicato 08.09.2014, 09:18
Futures del rame in calo, crollano le importazioni cinesi
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Investing.com - I futures del rame sono in calo questo lunedì, dopo i dati che hanno mostrato un rallentamento delle importazioni cinesi del metallo industriale ad agosto.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a dicembre è sceso dello 0,16%, o di 0,5 centesimi, a 3,164 dollari la libbra negli scambi della mattinata europea.

I prezzi sono rimasti in un range che va da 3,163 a 3,206 dollari la libbra. I futures troveranno supporto a 3,125 dollari, il minimo dal 3 settembre e resistenza a 3,208 dollari la libbra, il massimo dal 28 agosto.

I dati ufficiali rilasciati oggi hanno mostrato che le importazioni cinesi di rame sono crollate del 12% rispetto allo scorso anno ad agosto, per via dell’indagine governativa sui finanziamenti legati ai metalli nei porti cinesi.

La nazione asiatica ha importato 340.000 tonnellate metriche di rame il mese scorso, una lettura invariata rispetto a luglio.

Il surplus commerciale del paese è salito al massimo storico di 49,8 miliardi di dollari ad agosto, rispetto ai 47,3 miliardi di dollari registrati a luglio, contro le previsioni di un surplus pari a 40,0 miliardi di dollari.

Le esportazioni cinesi sono salite del 9,4% rispetto all’anno precedente, superando le aspettative di un aumento dell’8%; tuttavia, le importazioni sono scese del 2,4% il mese scorso, deludendo le aspettative di un aumento dell’1,7%.

Un calo della richiesta nazionale indica che la ripresa economica resta fragile e potrebbe aver bisogno di ulteriori stimoli da parte del governo.

La Cina è il principale consumatore mondiale di rame, con il 40% della richiesta globale.

Intanto, i dati di venerdì hanno mostrato che l’economia USA ha aggiunto 142.000 posti di lavoro il mese scorso, il minimo degli otto mesi, e al di sotto delle aspettative di un incremento di 225.000 unità.

Il report ha mostrato inoltre che il tasso di disoccupazione è sceso al 6,1% il mese scorso dal 6,2%, per via della riduzione della forza lavoro.

Considerati i dati deludenti, non si prevede che la Federal Reserve inizi ad alzare presto i tassi di interesse.

Ha pesato inoltre un dollaro forte, dal momento che il biglietto verde è schizzato al massimo di otto mesi contro la sterlina fino a toccare il massimo di 10 mesi dopo il sondaggio che ha mostrato che i “sì” all’indipendenza scozzese hanno raggiunto il 51%, contro il 49% di “no”.

Un dollaro forte in genere pesa sul rame, dal momento che riduce l’appeal del metallo come investimento alternativo e rende le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.

Sul Comex, l’oro con consegna a dicembre sale dello 0,21%, o di 2,60 dollari, a 1.269,90 dollari l’oncia troy, mentre l’argento con consegna a dicembre è in salita dello 0,74%%, o di 14,2 centesimi, a 19,29 dollari l’oncia.

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