(Reuters) - I prezzi del petrolio guadagnano terreno sulle notizie di stimolo monetario da parte della Cina e sui timori che il conflitto in Medio Oriente possa colpire l'offerta regionale, mentre un altro uragano ha minacciato l'offerta negli Stati Uniti, il primo produttore di greggio al mondo.
Intorno alle 11,25 italiane, i futures sul Brent scambiano in rialzo di 1,79 dollari, o del 2,4%, a 75,69 dollari il barile. I futures sul greggio WTI statunitense guadagnano 1,82 dollari, o il 2,6%, a 72,19 dollari il barile.
All'inizio della giornata, la banca centrale cinese ha annunciato le misure di stimolo più estese dai tempi della pandemia Covid-19 per far uscire l'economia dalla deflazione e riportarla verso l'obiettivo di crescita del governo.
Il pacchetto più ampio del previsto, che offre maggiori finanziamenti e tagli ai tassi, è l'ultimo tentativo di Pechino di ripristinare la fiducia dopo che una serie di dati deludenti ha fatto temere un prolungato rallentamento strutturale.
"L'annuncio di oggi contribuirà in qualche modo a eliminare i rischi di ribasso del prezzo del greggio", ha commentato Tony Sycamore, analista di IG.
Tuttavia, affinché il rally dei prezzi del petrolio possa durare, le politiche monetarie accomodanti della Cina devono essere accompagnate da politiche fiscali espansive per stimolare la domanda interna, secondo Kelvin Wong, analista di Oanda.
In Medio Oriente, una regione chiave per la produzione di petrolio, l'esercito israeliano ha detto di aver lanciato ieri attacchi aerei contro siti Hezbollah in Libano, che secondo le autorità libanesi hanno ucciso 492 persone e messo in fuga decine di migliaia di persone.
Gli attacchi rischiano di avvicinare l'Iran, produttore Opec e sostenitore di Hezbollah, al conflitto con Israele e di innescare una guerra più ampia nella regione.
Nel frattempo, i produttori di petrolio statunitensi si sono affannati a evacuare il personale dalle piattaforme di produzione nel Golfo del Messico, in attesa dell'impatto del secondo uragano in due settimane contro i giacimenti petroliferi offshore. Diverse compagnie petrolifere hanno messo in pausa parte della loro produzione.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Francesca Piscioneri)