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L'OPEC+ mette in subbuglio i mercati petroliferi, oro punta a $2.070 - Oanda

Pubblicato 04.04.2023, 10:34
Aggiornato 04.04.2023, 10:51
© Reuters.

Di Alessandro Albano

Investing.com - Il Brent potrebbe toccare i 95 dollari a dicembre del 2023 e superare i 100 dollari a dicembre del 2024, dopo il taglio della produzione deciso a sorpresa dall’OPEC+. Sono le nuove stime di Goldman Sachs (NYSE:GS) (NYSE:GS) a seguito dell'intervento del cartello, mentre altri analisti si interrogano su come cambieranno le aspettative degli operatori nei confronti dell'organizzazione dopo il taglio a sorpresa.

E' il caso di Craig Erlam, senior market analyst del broker londinese Oanda, il quale in una nota inviata a Investing.com afferma che la decisione ha "chiaramente colto di sorpresa gli operatori e per una buona ragione". A parte la natura incerta delle prospettive sul greggio, scrive, che già sarebbe stata una ragione sufficiente per mantenere i livelli di produzione, l'orientamento all'interno del cartello aveva indicato che "non ci sarebbero stati cambiamenti".

"È chiaro che l'OPEC+ è molto più interessato al prezzo di quanto non abbia affermato in precedenza - aggiunge - e non per quanto riguarda la fissazione di un prezzo equo, ma solo per fissare una soglia minima".

Secondo l'esperto, "questo non è il primo taglio preventivo che suscita clamore e il gruppo lo indicherà come prova del fatto che sta agendo sulle dinamiche della domanda e dell'offerta, piuttosto che solo sul prezzo".

Ma ancora una volta solleverà qualche sopracciglio rispetto "a quali siano le priorità dell'OPEC+". "Il fatto che la Russia sia un membro di questa alleanza non aiuta", scrive ancora l'analista da Londra, evidenziando che "dal punto di vista del mercato, la decisione rafforzerà il livello minimo dei prezzi, perché sappiamo che il cartello non esiterà a intervenire di nuovo".

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Rifugio nell'oro

Soffermandosi sugli effetti nelle altre asset class, Erlam sottolinea che "l'oro sta punta a nuovi massimi mentre i rendimenti obbligazionari si stanno abbassando ulteriormente"

"L'oro sta puntando a un'altra corsa verso i 2.000 dollari, dove di recente ha incontrato molta resistenza. Una rottura significativa al di sopra di questo livello potrebbe essere un segnale molto rialzista, con il prossimo ostacolo principale rappresentato dai massimi storici intorno a 2.070 dollari".

L'esperto spiega infine che il metallo giallo è stato sostenuto "da rendimenti più bassi e da un dollaro leggermente più morbido", con gli operatori che "sembrano ancora convinti che la Fed potrebbe essere costretta a tagliare i tassi un paio di volte prima della fine dell'anno".

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