Investing.com – I futures dell’oro hanno segnato un rialzo oggi, seguendo il mercato delle valute, mentre gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi dell’accordo sullo swap del debito greco e si innesca qualche acquisto speculativo in seguito al ribasso di ieri.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell'oro con consegna ad aprile a 1.675,45 dollari l’oncia troy, su dello 0,2% nella mattinata europea.
I prezzi sono saliti precedentemente dello 0,3%, al massimo della sessione di 1.679,25 dollari l’oncia troy. I prezzi hanno toccato 1.663,25, il minimo dal 26 gennaio.
Supporto a 1.663,75 l’oncia troy, il minimo di martedì e resistenza a 1.709,75 l’oncia troy, il massimo di martedì.
I prezzi dell’oro sono salito in seguito all’apprezzamento dell’euro contro il dollaro, staccandosi dal minimo di due settimane. L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,2% a 79,74.
Nel breve termine, l’oro resta molto più sensibile al rapporto euro/dollaro che alla propensione al rischio, che nel passato ha spinto in alto i prezzi.
Il dollaro più forte solitamente pesa sul’oro, riducendo la richiesta di metallo prezioso come investimento alternativo, e rendendo le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Il gruppo finanziario Citigroup ha dichiarato ieri in un report che “l’oro quest’anno è stato dominato da un meccanismo exchange-rate”.
Il report ha aggiunto “se la fiducia sull’Europa dovesse svanire, si potrebbe pensare che questo sia positivo per l’oro, ma bisognerebbe comunque tenere d’occhio il trade-off”.
Sebbene l’oro sia visto come valuta rifugio in tempi di incertezza economica, il problema del debito ha fatto poco per spingere l’appeal del metallo prezioso. Un dollaro più forte ed un euro più debole hanno pesato invece sull’oro.
Intanto i mercati restano cauti, in vista della scadenza dell’8 marzo fissata per i titolari dei bond per aderire all’accordo secondo il quale scambieranno gli attuali titoli di stato greci con uno swap.
C’è incertezza sulla partecipazione allo swap. Il governo greco ha posto un minimo del 75% di adesioni per procedere con l’operazione.
Un fallimento dell’accordo rigetterebbe il paese in un caotico default del debito sovrano, e potrebbe riaccendere la paura di un collasso della zona euro.
Il calo dei prezzi è stato repentino dopo che il metallo prezioso è sceso al di sotto della media di 200 giorni.
I mercati hanno notato che i prezzi dell’oro restano vulnerabili ad un ulteriore pull back nel breve termine, se i prezzi dovessero scendere sotto il livello tecnico di 1.675 dollari l’oncia.
Il metallo prezioso è sceso al di sotto della media di 200 giorni il 15 dicembre.
Sul Comex, l’argento con consegna a maggio è salito dello 0,5%, a 32,95 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a maggio è salito dello 0,5% a 3,757 dollari la libbra.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell'oro con consegna ad aprile a 1.675,45 dollari l’oncia troy, su dello 0,2% nella mattinata europea.
I prezzi sono saliti precedentemente dello 0,3%, al massimo della sessione di 1.679,25 dollari l’oncia troy. I prezzi hanno toccato 1.663,25, il minimo dal 26 gennaio.
Supporto a 1.663,75 l’oncia troy, il minimo di martedì e resistenza a 1.709,75 l’oncia troy, il massimo di martedì.
I prezzi dell’oro sono salito in seguito all’apprezzamento dell’euro contro il dollaro, staccandosi dal minimo di due settimane. L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di sei principali valute, è sceso dello 0,2% a 79,74.
Nel breve termine, l’oro resta molto più sensibile al rapporto euro/dollaro che alla propensione al rischio, che nel passato ha spinto in alto i prezzi.
Il dollaro più forte solitamente pesa sul’oro, riducendo la richiesta di metallo prezioso come investimento alternativo, e rendendo le materie prime espresse in dollari più costose per i titolari di altre valute.
Il gruppo finanziario Citigroup ha dichiarato ieri in un report che “l’oro quest’anno è stato dominato da un meccanismo exchange-rate”.
Il report ha aggiunto “se la fiducia sull’Europa dovesse svanire, si potrebbe pensare che questo sia positivo per l’oro, ma bisognerebbe comunque tenere d’occhio il trade-off”.
Sebbene l’oro sia visto come valuta rifugio in tempi di incertezza economica, il problema del debito ha fatto poco per spingere l’appeal del metallo prezioso. Un dollaro più forte ed un euro più debole hanno pesato invece sull’oro.
Intanto i mercati restano cauti, in vista della scadenza dell’8 marzo fissata per i titolari dei bond per aderire all’accordo secondo il quale scambieranno gli attuali titoli di stato greci con uno swap.
C’è incertezza sulla partecipazione allo swap. Il governo greco ha posto un minimo del 75% di adesioni per procedere con l’operazione.
Un fallimento dell’accordo rigetterebbe il paese in un caotico default del debito sovrano, e potrebbe riaccendere la paura di un collasso della zona euro.
Il calo dei prezzi è stato repentino dopo che il metallo prezioso è sceso al di sotto della media di 200 giorni.
I mercati hanno notato che i prezzi dell’oro restano vulnerabili ad un ulteriore pull back nel breve termine, se i prezzi dovessero scendere sotto il livello tecnico di 1.675 dollari l’oncia.
Il metallo prezioso è sceso al di sotto della media di 200 giorni il 15 dicembre.
Sul Comex, l’argento con consegna a maggio è salito dello 0,5%, a 32,95 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a maggio è salito dello 0,5% a 3,757 dollari la libbra.