Investing.com - Il prezzo dell’oro scende questo mercoledì, mentre gli investitori sono in attesa della dichiarazione di politica monetaria della Federal Reserve prevista nel corso della giornata per avere maggiori indicazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi di interesse USA.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad agosto scendono di 1,40 dollari, o dello 0,12%, a 1.179,50 dollari negli scambi della mattinata europea. I futures restano in un range tra 1.177,50 e 1.182,10 dollari.
Ieri, l’oro è sceso di 4,90 dollari, o dello 0,41%, a 1.180,90 dollari. I futures troveranno supporto a 1.168,50 dollari, il minimo dall’8 giugno e resistenza a 1.191,80 dollari, il massimo dal 10 giugno.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a luglio sono in calo di 1,7 centesimi, o dello 0,11% a 15,94 dollari l’oncia troy. L’argento ieri è sceso di 11,8 centesimi, o dello 0,73%, a 15,96 dollari.
Nel corso della giornata, la Fed pubblicherà la dichiarazione sui tassi, in cui sono contenute le previsioni economiche ed i fattori che influenzano le decisioni sulla politica monetaria. La banca centrale rilascerà inoltre le ultime previsioni sulla crescita economica ed i tassi di interesse.
La Presidente della Fed Janet Yellen terrà una conferenza stampa 30 minuti dopo la pubblicazione della dichiarazione, conferenza che sarà seguita con particolare attenzione dagli investitori per cercare di capire quando verranno alzati i tassi di interesse.
Dai recenti report economici emerge che l’economia statunitense si sta rafforzando dopo un primo trimestre piuttosto debole e si spera quindi che la banca centrale statunitense possa alzare i tassi già a settembre.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse sono ribassiste per l’oro, poiché il metallo prezioso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento in concomitanza all’aumento dei tassi.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,1% a 95,13 stamane, staccandosi dal massimo di ieri di 95,50.
Intanto, gli investitori continuano a seguire da vicino gli sviluppi nelle trattative tra la Grecia ed i suoi creditori internazionali, tra i crescenti timori che il paese possa arrivare al default e sia costretto ad uscire dalla zona euro.
L’Europa ha richiesto alla Grecia un taglio delle spese per 2 miliardi di euro per poter arrivare ad un accordo e sbloccare nuovi fondi prima della fine di giugno, quando scadrà il piano di salvataggio e Atene dovrà pagare 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale. In caso di default, la Grecia potrebbe essere costretta ad uscire dalla zona euro.
Intanto, il rame con consegna luglio scende di 0,2 centesimi, o dello 0,06% a 2,614 dollari la libbra. Ieri il rame è sceso a 2,610 dollari, un livello che non si registrava dal 19 marzo, per via dei timori per lo stato di salute dell’economia cinese che hanno contribuito a ridurre l’appeal del metallo rosso.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.