BRUXELLES (Reuters) - I leader dell'Eurozona oggi hanno detto che la Grecia deve recuperare la fiducia dei partner attuando una serie di riforme prima che si possano aprire i negoziati su un nuovo piano di salvataggio per mantenerla nell'euro.
La Grecia avrà quindi tempo fino a mercoledì 15 luglio per approvare alcune riforme, secondo quanto riferito dal ministro finlandese alle Finanze Alexander Stubb.
Il vertice di emergenza dell'Eurogruppo si è tuttavia concluso senza riuscire a eliminare alcune differenze tra i ministri finanziari, che hanno trasmesso al summit dei capi e di governo dell'Eurozona un documento con dei punti non definiti.
Al suo arrivo a Bruxelles il premier greco Alexis Tsipras ha detto che un accordo "si può raggiungere stasera se tutti lo vogliono".
Dal canto suo il premier Matteo Renzi ha detto che "le distanze si sono avvicinate di gran lunga", ribadendo che l'Italia farà tutto il possibile per arrivare a una soluzione.
Ma la cancelliera tedesca Angela Merkel, il cui Paese dà il maggior contributo ai piani di salvataggio per la Grecia, ha detto che non ci sono le condizioni per iniziare il negoziato e che non ci sarà un accordo a tutti i costi.
Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk stamani aveva annunciato la cancellazione del vertice dei capi di stato e di governo Ue, dicendo che il summit dell'Eurozona sarebbe iniziato alle 16 italiane per durare "finché avremo concluso i colloqui sulla Grecia".
I ministri finanziari dell'Eurogruppo stamani hanno ripreso la riunione, sospesa nella notte dopo nove ore di aspro dibattito sulla concessione di un altro prestito triennale alla Grecia sulla base delle proposte di riforma che Tsipras ha accettato dopo una lunga resistenza.
"MANCA FIDUCIA", GREXIT SI' O NO?
"Il maggior ostacolo a un accordo è la carenza di fiducia", aveva sottolineato stamattina il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, a cui oggi ha fatto eco Merkel.
Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha spiegato che i ministri finanziari hanno fatto progressi ma che restano sul tavolo un paio di importanti questioni aperte.
La bozza del documento uscito dall'Eurogruppo dice che la Grecia ha bisogno di 7 miliardi di euro entro il 20 luglio, quando dovrà rimborsare una rata alla Banca centrale europea, e di 12 miliardi di euro in totale entro metà agosto quando c'è un'altra scadenza con la Bce. Non spiega come queste necessità verranno soddisfatte, e secondo fonti Ue i ministri finanziari non sono riusciti ad accordarsi su un finanziamento di emergenza.
Diversi ministri avevano espresso sostegno a un documento del governo tedesco che raccomandava l'uscita della Grecia dall'euro per cinque anni se non avesse accettato condizioni più dure e da attuare immediatamente.
Ma il presidente francese Francois Hollande, il più forte alleato di Atene nell'Eurozona, ha sottolineato che "non c'è nessuna Grexit temporanea, una Grexit c'è o non c'è".
GRECI SI SENTONO UMILIATI
Il neoministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos non si è espresso pubblicamente sulle richieste aggiuntive dell'Eurogruppo, ma la reazione dei parlamentari di Syriza, che devono ancora digerire il via libera del Parlamento di Atene alle misure di austerità a cui il partito di sinistra radicale di Tsipras si opponeva, è stata furiosa.
"Quello che sta accadendo, è che si vuole umiliare la Grecia e i greci o rovesciare il governo Tsipras", ha detto a Mega TV Dimitrios Papadimoulis, parlamentare di Syriza.
Con le banche chiuse da due settimane, i prelievi ai bancomat razionati e l'economia sull'orlo del baratro, alcuni greci per le strade di Atene hanno espresso la loro rabbia contro la cancelliera tedesca e il suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble.
"La sola cosa di cui mi preoccupo è di non venire umiliato da Schaeuble e dal resto di loro", ha commentato Panagiotis Trikokglou, impiegato 44enne.
La Grecia ha già avuto due prestiti per un ammontare di 240 miliardi di euro dai Paesi dell'Eurozona e dal Fondo monetario internazionale, ma ha perso un quarto del Pil dall'inizio della crisi, la disoccupazione è oltre il 25% e un giovane su due non lavora.
(Renee Maltezou e Andreas Rinke)