Investing.com - I prezzi dell’oro si sono mantenuti in un range stretto mercoledì, mentre i mercati attendevano qualche progresso nei negoziati sull’innalzamento del tetto del debito americano, mentre i prezzi del rame hanno toccato i minimi di sei mesi sui segnali di un rallentamento dell’attività manifatturiera globale.
Sono attesi per oggi i verbali del vertice di maggio della Fed, alla ricerca di ulteriori indicazioni sul percorso dei tassi di interesse statunitensi quest’anno.
L’oro si è mosso in una stretta fascia di negoziazione tra 1.950 e 1.980 dollari l’oncia per quasi una settimana, dopo aver perso il livello chiave di 2.000 dollari, tra la continua incertezza su un default del debito statunitense.
I costanti negoziati tra i legislatori democratici e repubblicani non hanno finora portato a un accordo per aumentare il limite di spesa degli Stati Uniti ed evitare un default. Questo avviene prima della scadenza di giugno per il default, che potrebbe avere conseguenze disastrose per l’economia globale.
L’oro spot è invariato a 1.975,63 dollari l’oncia, mentre i future dell’oro sono saliti dello 0,1% a 1.977,45 dollari l’oncia al momento della scrittura.
Ma il metallo giallo ha visto ancora alcune offerte di rifugio sicuro mentre gli operatori si sono posizionati per un rallentamento dell’attività economica globale quest’anno. Una serie di indici dei responsabili degli acquisti più deboli del previsto, pubblicati martedì, ha rafforzato questa idea, colpendo i metalli industriali.
I prezzi del rame sono scesi ai minimi di quasi sei mesi dopo che le letture preliminari del PMI manifatturiero di USA, zona euro e Regno Unito si sono ridotte più del previsto a maggio. Le letture hanno indicato un consistente rallentamento dell’attività manifatturiera globale quest’anno, che dovrebbe intaccare significativamente la domanda di rame.
Il metallo rosso aveva già subito forti perdite a maggio, dopo che i dati recenti avevano mostrato un inatteso rallentamento dell’attività manifatturiera cinese. La Cina è il più grande importatore di rame al mondo e sta lottando per sostenere la crescita economica mentre riemerge da tre anni di blocco lockdown post COVID.
I future del rame sono saliti mercoledì dello 0,2% a 3,6452 dollari la libbra, attestandosi sui livelli più bassi dalla fine di novembre.
Sotto pressione anche gli altri metalli dopo la ripresa del dollaro USA0, in quanto gli operatori scommettono che la Federal Reserve manterrà i tassi di interesse più alti per un periodo più lungo quest’anno.
Se da un lato la banca centrale ha segnalato una potenziale pausa nel suo ciclo di rialzi dei tassi, dall’altro si prevede che manterrà i tassi su livelli prossimi ai massimi di 15 anni per il resto dell’anno, dato che l’inflazione persiste.
L’aumento dei tassi di interesse mette sotto pressione i prezzi dei metalli, aumentando il costo opportunità di detenere attività non redditizie. Questa tendenza ha penalizzato i prezzi dei metalli fino al 2022 e si prevede che la pressione continuerà anche quest’anno.