Investing.com - I futures dell’oro mantengono i guadagni che hanno portato i prezzi al livello più alto da inizio maggio, con i dati ufficiali che mostrano che il numero di richieste di sussidi di disoccupazione è salito significativamente.
Il metallo prezioso ha continuato a godere del supporto fornito dai verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria della Federal Reserve che hanno indicato che la banca è vicina all’implementazione di un terzo round di misure di allentamento.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad ottobre a 1.663,95 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in impennata dell’1,6%.
Stamane i prezzi sono saliti dell’1,75%, al massimo della sessione di 1.667,05 dollari l’oncia troy, il massimo dal 1° maggio.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a breve termine a 1,610,25 dollari l’oncia troy, il minimo dal 20 agosto e resistenza a 1.672,15 il massimo del 1° maggio.
Il dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato che il numero di richieste di sussidi di disoccupazione è salito di 4.000 unità ad un destagionalizzato 372.000, contro le aspettative di un calo di 3.000 unità a 365.000.
I dai hanno fatto seguito ai verbali Fed che hanno mostrato che diversi membri del consiglio pensano che un ulteriore allentamento possa essere garantito “abbastanza presto” a meno che non ci sia la prova di un miglioramento “sostanziale e sostenibile” della ripresa economica.
L’andamento del prezzo dell’oro ha seguito le aspettative verso l’immissione di liquidità nel sistema finanziario da parte della banca centrale statunitense.
L’oro quest’anno ha guadagnato il 15%, quando ha toccato 1.790 dollari l’oncia troy dopo che la Fed ha dichiarato a gennaio che avrebbe tenuto gli interessi prossimi allo 0 fino alla fine del 2014, indicando la probabilità di un nuovo round di acquisti.
Tuttavia, dalla fine di febbraio i prezzi sono scesi del 7%, nei timori crescenti per l’aggravarsi della crisi del debito europeo, che hanno spinto la domanda del metallo giallo e del biglietto verde.
I prezzi hanno trovato il supporto dai dati deludenti sul manifatturiero cinese rilasciati stamane che hanno alimentato le aspettative verso l’introduzione di nuove misure di stimolo da Pechino, per sostenere la seconda economia mondiale.
I dati hanno mostrato che l’indice PMI manifatturiero cinese di HSBC è sceso al minimo di 9 mesi di 47,8 ad agosto, dalla lettura di 49,3 a luglio, con i nuovi ordini che sono scesi per via di un indebolimento della domanda.
Da un punto di vista tecnico i traders hanno puntato ad una rottura della media di 200 giorni vicino al livello di 1.640 dollari che potrebbe portare nuovi guadagni al metallo prezioso.
Sul Comex, l’argento con consegna a settembre ha segnato un’impennata del 2,9% a 30,40 dollari l’oncia troy, il massimo dal 3 maggio, mentre il rame con consegna a settembre è salito dell’1,4% a 3,502 dollari la libbra.
Il metallo prezioso ha continuato a godere del supporto fornito dai verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria della Federal Reserve che hanno indicato che la banca è vicina all’implementazione di un terzo round di misure di allentamento.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad ottobre a 1.663,95 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in impennata dell’1,6%.
Stamane i prezzi sono saliti dell’1,75%, al massimo della sessione di 1.667,05 dollari l’oncia troy, il massimo dal 1° maggio.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a breve termine a 1,610,25 dollari l’oncia troy, il minimo dal 20 agosto e resistenza a 1.672,15 il massimo del 1° maggio.
Il dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato che il numero di richieste di sussidi di disoccupazione è salito di 4.000 unità ad un destagionalizzato 372.000, contro le aspettative di un calo di 3.000 unità a 365.000.
I dai hanno fatto seguito ai verbali Fed che hanno mostrato che diversi membri del consiglio pensano che un ulteriore allentamento possa essere garantito “abbastanza presto” a meno che non ci sia la prova di un miglioramento “sostanziale e sostenibile” della ripresa economica.
L’andamento del prezzo dell’oro ha seguito le aspettative verso l’immissione di liquidità nel sistema finanziario da parte della banca centrale statunitense.
L’oro quest’anno ha guadagnato il 15%, quando ha toccato 1.790 dollari l’oncia troy dopo che la Fed ha dichiarato a gennaio che avrebbe tenuto gli interessi prossimi allo 0 fino alla fine del 2014, indicando la probabilità di un nuovo round di acquisti.
Tuttavia, dalla fine di febbraio i prezzi sono scesi del 7%, nei timori crescenti per l’aggravarsi della crisi del debito europeo, che hanno spinto la domanda del metallo giallo e del biglietto verde.
I prezzi hanno trovato il supporto dai dati deludenti sul manifatturiero cinese rilasciati stamane che hanno alimentato le aspettative verso l’introduzione di nuove misure di stimolo da Pechino, per sostenere la seconda economia mondiale.
I dati hanno mostrato che l’indice PMI manifatturiero cinese di HSBC è sceso al minimo di 9 mesi di 47,8 ad agosto, dalla lettura di 49,3 a luglio, con i nuovi ordini che sono scesi per via di un indebolimento della domanda.
Da un punto di vista tecnico i traders hanno puntato ad una rottura della media di 200 giorni vicino al livello di 1.640 dollari che potrebbe portare nuovi guadagni al metallo prezioso.
Sul Comex, l’argento con consegna a settembre ha segnato un’impennata del 2,9% a 30,40 dollari l’oncia troy, il massimo dal 3 maggio, mentre il rame con consegna a settembre è salito dell’1,4% a 3,502 dollari la libbra.