ROMA (Reuters) - Il piano presentato da Whirlpool per gli stabilimenti italiani rilevati dalla Indesit della famiglia Merloni è il migliore possibile nonostante preveda la chiusura del sito di Caserta, e l'azienda manterrà l'impegno a non effettuare licenziamenti unilaterali fino al 2018.
Lo ha detto oggi a margine di una audizione parlamentare l'AD di Whirlpool Italia, Davide Castiglioni.
"Pensiamo che sia il piano migliore, lo stiamo supportando con 500 milioni. Non lo avremmo fatto se non pensassimo che serva al rilancio dell'Italia", ha detto Castiglioni a chi chiedeva se ci fossero margini per alleggerire un progetto che prevede 1.350 esuberi e la chiusura dello stabilimento di Carinaro, vicino Caserta, dove lavorano oltre 800 persone.
I sindacati hanno già proclamato un pacchetto di scioperi e richiesto l'intervento del governo che medierà a partire da lunedì.
"Non procederemo a licenziamenti unilaterali", ha detto il manager confermando che sarà rispettato l'impegno assunto da Indesit prima dell'acquisizione di non tagliare la forza lavoro fino al 2018.
Il piano prevede anche la chiusura del centro di ricerca di None in Piemonte e il trasferimento dei 600 dipendenti di Albacina (nelle Marche), che sarà chiuso, nella vicina Melano.
A fronte dei tagli, l'azienda si è impegnata a riportare in Italia alcune produzioni estere e a investire mezzo miliardo. Confermati anche 30 milioni per rilanciare il sito Whirlpool di Napoli, che produce lavatrici di alta gamma e non fa parte di quelli ex Indesit.
Castiglioni, in vista dell'incontro di lunedì al Mise, si è detto disponibile a condividere i contenuti del piano ma i margini di trattativa sembrano strettissimi. In una intervista al quotidiano di Napoli Il Mattino, lo stesso manager ha ribadito oggi che il sito casertano sarà chiuso e ha detto che il governo non era informato dell'operazione.
Matteo Renzi, che pure questa estate aveva accolto con favore l'operazione della multinazionale americana degli elettrodomestici, si è detto oggi preoccupato per una vertenza che rischia di abbattere ulteriormente un settore messo in difficoltà dalla concorrenza asiatica e dell'Est Europa.
"Stiamo seguendo la vicenda, c'è il Mise. È una cosa che va al 2018, ma il governo la sta seguendo", ha detto stamani il premier.
"Quando c'è una crisi aziendale siamo sempre preoccupati", ha concluso.