Investing.com - Il prezzo dell’oro è stabile negli scambi della mattinata europea di questo giovedì, mentre gli investitori attendono gli importanti dati economici dagli USA nel corso della giornata per avere nuove indicazioni sulla forza dell’economia e sull’andamento della politica economica.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a dicembre sono scambiati a 1.159,00 dollari l’oncia troy negli scambi europei del mattino, in calo di 10 centesimi, o dello 0,01%.
Ieri, il prezzo è sceso di 3,90 dollari, o dello 0,34%, a 1.159,10 dollari. L’oro ha toccato 1.130,40 dollari l’oncia il 7 novembre, un livello che non si registrava dall’aprile 2010.
I futures troveranno supporto a 1.130,45 dollari, il minimo dal 7 novembre e resistenza a 1.177,50 dollari, il massimo dal 10 novembre.
Sui mercati c’è attesa per i dati statunitensi sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione previsti nel corso della giornata e sul report sulle vendite al dettaglio che sarà pubblicato domani, che forniranno ulteriori indicazioni sulla forza della ripresa.
Il prezzo Comex dell’oro si è indebolito nelle ultime settimane, mentre sono aumentate le aspettative che la Federal Reserve possa aumentare i tassi di interesse per la prima volta in otto anni dopo aver concluso il suo programma di acquisti mensili di bond, conosciuto anche come programma di allentamento monetario, il mese scorso.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse pesano sul prezzo dell’oro, dal momento che il metallo prezioso non riesce a tenere il passo con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi vengono alzati.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a dicembre salgono di 4,5 centesimi, o dello 0,29%, a 15,66 dollari l’oncia troy. Il 7 novembre il prezzo è crollato a 15,04 dollari l’oncia, un livello che non si registrava dal febbraio 2010.
Il rame con consegna a dicembre è in salita di 1,2 centesimi, o dello 0,39%, a 3,037 dollari la libbra, dopo i dati che hanno mostrato un aumento minore del previsto della produzione industriale in Cina ad ottobre, aumentando le pressioni sui policymaker affinché introducano nuove misure di stimolo.
Questa mattina, i dati hanno indicato un incremento della produzione industriale in Cina al tasso annuo del 7,7% ad ottobre, contro le aspettative di una crescita pari all’8,0%; si tratta del secondo aumento minore dal 2009.
Gli investimenti fixed asset, che seguono l’attività edile, sono saliti del 15,9% nel periodo che va da gennaio ad ottobre, il tasso più lento dal 2001.
I dati peggiori del previsto hanno alimentato i timori per l’economia cinese e lasciano sperare che i policymaker di Pechino dovranno introdurre nuove misure di stimolo per raggiungere l’obiettivo di crescita del 7,5% fissato dal governo.
La Cina è il principale consumatore mondiale di rame, con il 40% della domanda globale l’anno scorso.