Investing.com - Il prezzo del greggio scende negli scambi della mattinata europea di questo venerdì, con gli investitori che bloccano i profitti dopo l’impennata di questa settimana, in attesa dei dati sulla produzione di petrolio da scisto USA.
I future del greggio West Texas Intermediate scendono di 13 centesimi, o dello 0,2%, a 71,23 dollari al barile alle 3:59 ET (7:59 GMT).
Intanto, i future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, sono in calo di 26 centesimi, o dello 0,3%, a 77,21 dollari al barile.
Nonostante il ribasso di oggi, il greggio USA si avvia a chiudere la settimana con un balzo del 2,2%, mentre il Brent registra un’impennata del 3,2% sulla settimana.
I tori sono tornati sull’oro nero questa settimana, quando il Presidente Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti si tireranno indietro dall’accordo sul nucleare iraniano, riapplicando le sanzioni contro Tehran.
Queste sanzioni, che dovrebbero ridurre le scorte globali, arrivano proprio mentre il mercato del greggio si sta già inasprendo per via dell’aumento della domanda, soprattutto in Asia, e degli sforzi compiuti dal 2017 dal principale esportatore, l’Arabia Saudita, e dal principale produttore, la Russia, per far diminuire le scorte e spingere il prezzo.
Alcuni analisti ritengono che l’impatto potrebbe essere limitato se altri membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) dovessero intervenire per colmare l’eventuale mancanza di scorte.
Intanto, i trader del greggio continueranno a valutare il costante aumento della produzione statunitense: l’incremento dell’attività di trivellazione negli Stati Uniti è infatti uno dei pochi fattori a pesare sul greggio in un ambiente altrimenti rialzista.
Nel corso della giornata, Baker Hughes pubblicherà gli ultimi dati sull’attività di trivellazione USA.
Dai dati della scorsa settimana è emerso un aumento di nove impianti attivi, per un totale di 834, il massimo dal marzo 2015.
Si tratta del quinto aumento settimanale consecutivo e fa temere per l’incremento della produzione statunitense.
Effettivamente, la produzione statunitense - spinta dall’estrazione di petrolio da scisto - è schizzata al massimo storico di 10,62 milioni di barili al giorno la scorsa settimana, secondo la Energy Information Administration (EIA).
Al momento, solo la Russia ne produce di più, con circa 11 milioni di barili al giorno.