Investing.com - I futures dell’oro scendono negli scambi europei di questo mercoledì, mentre il dollaro si rafforza contro l’euro tra le aspettative che la Banca Centrale Europea questa settimana possa allentare la politica monetaria.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,2% a 97,36 negli scambi della mattinata europea, staccandosi dal minimo di oltre due settimane della seduta precedente di 96,88.
L’euro scende a 1,0962 contro il biglietto verde, dopo essere salito a 1,1057 ieri, dal momento che domani, a conclusione della revisione della politica monetaria, la BCE dovrebbe tagliare i tassi portandoli ulteriormente in territorio negativo.
Si prevede inoltre che la banca aumenti il programma di acquisti di asset per contenere i persistenti livelli bassi di inflazione nella zona euro.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna ad aprile scende di 5,30 dollari, o dello 0,42%, a 1.257,60 dollari l’oncia troy alle 09:00 GMT, o alle 4:00 ET. Ieri, l’oro è schizzato a 1.279,00 dollari, prima di attestarsi a 1.262,90 dollari, con un calo di 1,10 dollari, o dello 0,09%.
Il prezzo del metallo giallo è stato supportato nelle ultime settimane tra le speculazioni che la Federal Reserve possa decidere di non alzare i tassi di interesse in occasione del vertice di politica monetaria della prossima settimana.
Venerdì, l’oro è schizzato al massimo di 13 mesi 1.280,70 dollari, dopo i dati sull’occupazione USA che hanno mostrato un aumento dei nuovi posti di lavoro ma un calo degli stipendi, spingendo gli investitori a ridimensionare le aspettative sulla tempistica di un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed quest’anno.
Il prezzo del metallo giallo ha subito un’impennata di quasi il 18% finora quest’anno poiché gli investitori scelgono gli investimenti rifugio per via dell’instabilità sugli altri mercati finanziari.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a marzo scendono di 1,9 centesimi, o dello 0,12%, a 15,36 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata londinese.
Intanto, i futures del rame salgono di 0,8 centesimi, o dello 0,36%, a 2,230 dollari la libbra.
Il prezzo del metallo rosso è crollato di quasi il 3% ieri dopo gli ultimi dati commerciali cinesi che hanno scatenato i timori per lo stato di salute della seconda economia mondiale.
Le esportazioni cinesi sono crollate del 25,4% rispetto all’anno precedente a febbraio, molto più del calo del 12,5% previsto ed il crollo mensile maggiore dal maggio del 2009, mentre le importazioni hanno segnato un crollo del 13,8%, rispetto al 10,0% previsto.
Col 45% della richiesta globale di rame, la nazione asiatica è considerata il principale consumatore mondiale del metallo rosso.