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Banche centrali all’attacco, ma non basta

Pubblicato 31.07.2019, 10:10
Banche centrali all’attacco, ma non basta
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Le Banche centrali sono intenzionate a far proseguire l’espansione, spiegano in Morgan Stanley (NYSE:MS) Investment Management, ma devono migliorare fiducia delle imprese e spesa


I mercati finanziari hanno chiuso il mese di giugno con un risultato fuori dal comune: di fatto, tutti gli attivi finanziari hanno registrato performance positive. Un risultato che può apparire contradditorio alla luce dell’andamento deludente di alcuni indicatori macro-economici, ma che si spiega con l’intervento delle banche centrali. Alla luce dei rischi al ribasso per l’economia, tanto la Banca Centrale Europea che la Federal Reserve statunitense hanno comunicato l’intenzione di fare marcia indietro sul processo di normalizzazione dei tassi d’interesse, modificando radicalmente la direzione delle rispettive politiche monetarie. Secondo il team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management, tuttavia, è ora che viene il difficile. La Fed e la BCE devono puntare a raggiungere i propri obiettivi, ma le loro misure devono poi anche essere efficaci. “Il fatto che scendano i tassi di riferimento, i rendimenti e gli spread, non significa necessariamente che l’economia debba migliorare. Qui non vigono le regole della fisica”, si legge nel loro ultimo bollettino.

BANCHE CENTRALI ALL’ATTACCO
E’ necessario che aumenti la spesa e che le imprese invertano quindi la tendenza al ribasso dei loro piani di investimento, continuando ad assumere. I consumatori devono poi continuare a spendere. Non ci devono essere ulteriori escalation della guerra commerciale e va raggiunto un accordo sulla Brexit. Un lungo elenco. “Non è chiaro di quanto dovranno scendere i rendimenti e gli spread per far sì che la fiducia delle imprese e la spesa si stabilizzino e ricomincino a crescere”, scrivono gli esperti di Morgan Stanley. “Ciò di cui siamo certi è che, pur disponendo di un armamentario politico ormai logoro, le banche centrali andranno all’attacco, facendo tutto quanto in loro potere per assicurarsi che questo ciclo espansivo non termini nell’anno in corso o nel 2020. Al momento, visto il loro improvviso cambio di rotta, concordiamo con questa ipotesi”...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge

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