Investing.com - Il prezzo del greggio scende questo venerdì, tra il dollaro forte e l’aumento della produzione in Libia.
I volumi degli scambi resteranno limitati, con i traders che iniziano a chiudere le posizioni in vista delle feste natalizie.
Il greggio con consegna a gennaio crolla dell’1,11% a 52,36 dollari al barile.
Intanto, il Brent con consegna a febbraio sull’ICE Futures Exchange di Londra registra un crollo dell’1,29% a 54,35 dollari al barile.
Il dollaro è stato incoraggiato dai dati di ieri del Dipartimento per il Commercio USA, secondo cui il prodotto interno lordo è cresciuto al tasso annuo del 3,5% nel trimestre terminato il 30 settembre, in salita dalla stima precedente del 3,2% ed al di sopra del 3,3% previsto.
Il biglietto verde resta supportato da quando la scorsa settimana la Federal Reserve ha concluso il vertice di politica monetaria alzando i tassi di interesse di 25 punti base ed ha annunciato tre nuovi aumenti nel 2017.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 102,99, poco meno del nuovo massimo di 14 anni di martedì di 103,62.
I contratti dei future del greggio valutati in dollari tendono a scendere quando il biglietto verde si rafforza, dal momento che il greggio diventa più costoso per i titolari di altre valute.
La National Oil Corp in Libia ha reso noto che spera di aggiungere 270.000 barili al giorno alla produzione nazionale nei prossimi tre mesi dopo aver annunciato martedì la riapertura dei condotti collegati a due importanti giacimenti, Sharara ed El Feel.
Intanto, i traders del greggio continuano a chiedersi se i principali produttori della materia prima manterranno l’impegno di ridurre la produzione.
I membri dell’OPEC hanno deciso di ridurre la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno a partire dal 1° gennaio, per la prima volta dal 2008.