Investing.com - L’euro resta stabile contro il dollaro USA questo venerdì, vicino ai massimi di quasi sette mesi e mezzo poiché gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi negli USA tra i timori per le conseguenze economiche del recente stallo del governo federale.
Il cambio EUR/USD ha toccato 1,3703 negli scambi europei del pomeriggio, il massimo dall’1 febbraio; successivamente il cambio si è attestato a 1,3689, in salita dello 0,10%.
Supporto a 1,3581, il minimo del 3 ottobre e resistenza a 1,3711, il massimo dell’1 febbraio.
Il dollaro resta sotto pressione a causa dei timori per l’impatto dello stallo federale sulla già instabile ripresa economica, che potrebbe causare il rinvio della riduzione del programma di stimolo della Federal Reserve almeno fino all’inizio del 2014.
Inoltre, è incombente la possibilità di una nuova crisi del debito, dal momento che la soluzione provvisoria non risolve i problemi di fondo del bilancio che dividono Repubblicani e Democratici.
L’accordo finanzierà il governo fino al 15 gennaio e alzerà il tetto del debito fino al 7 febbraio. Entrambe le parti hanno accettato di trattare sui problemi del bilancio generale per tentare di raggiungere un accordo più duraturo entro il 13 dicembre.
La propensione al rischio è stata supportata dal rilascio dei dati ufficiali sul PIL della Cina, in salita del 7,8% nel terzo trimestre, in linea con le aspettative, e in aumento dal 7,5% del trimestre conclusosi a giugno.
I timori sulla forza della ripresa della seconda economia mondiale sono diminuiti in seguito al rilascio dei dati.
L’euro è in calo contro la sterlina con EUR/GBP giù dello 0,12% a 0,8449.
Il cambio EUR/USD ha toccato 1,3703 negli scambi europei del pomeriggio, il massimo dall’1 febbraio; successivamente il cambio si è attestato a 1,3689, in salita dello 0,10%.
Supporto a 1,3581, il minimo del 3 ottobre e resistenza a 1,3711, il massimo dell’1 febbraio.
Il dollaro resta sotto pressione a causa dei timori per l’impatto dello stallo federale sulla già instabile ripresa economica, che potrebbe causare il rinvio della riduzione del programma di stimolo della Federal Reserve almeno fino all’inizio del 2014.
Inoltre, è incombente la possibilità di una nuova crisi del debito, dal momento che la soluzione provvisoria non risolve i problemi di fondo del bilancio che dividono Repubblicani e Democratici.
L’accordo finanzierà il governo fino al 15 gennaio e alzerà il tetto del debito fino al 7 febbraio. Entrambe le parti hanno accettato di trattare sui problemi del bilancio generale per tentare di raggiungere un accordo più duraturo entro il 13 dicembre.
La propensione al rischio è stata supportata dal rilascio dei dati ufficiali sul PIL della Cina, in salita del 7,8% nel terzo trimestre, in linea con le aspettative, e in aumento dal 7,5% del trimestre conclusosi a giugno.
I timori sulla forza della ripresa della seconda economia mondiale sono diminuiti in seguito al rilascio dei dati.
L’euro è in calo contro la sterlina con EUR/GBP giù dello 0,12% a 0,8449.