MILANO/HONG KONG (Reuters) - Le voci di avances cinesi su Fiat Chrysler (MI:FCHA) continuano a tenere banco sul mercato nonostante l'arrivo delle prime smentite e lo scetticismo dei broker, con il titolo del gruppo italo americano che si spinge sui massimi da oltre diciannove anni.
Ma i potenziali interessi cinesi potrebbero trovare ostacoli politici negli Stati Uniti presieduti da Donald Trump, che ha fatto del nazionalismo economico una delle sue bandiere. La stampa e alcuni analisti rilanciano quindi l'ipotesi che le sirene cinesi facciano tornare d'attualità il matrimonio con General Motors (NYSE:GM) o con Volkswagen (DE:VOWG).
A Piazza Affari alle 15,15 il titolo della casa torinese guadagna il 3,11% a 10,95 euro, dopo aver toccato un massimo di 11,13 euro, nuovo picco dal luglio 1998. Gli scambi continuano ad essere molto forti: sono passati di mano circa 27,5 milioni di pezzi, contro una media giornaliera di 10,2 milioni delle ultime trenta sedute.
Geely Holding, tra i candidati citati lunedì da Automotive News, nega di aver in programma di acquistare Fca.
"Non abbiamo un piano del genere al momento", ha detto Gui Shengyue, direttore esecutivo di Geely, ai margini di una conferenza stampa sui risultati finanziari in forte crescita.
Una fonte vicina alla sitazione dice tuttavia che tra Fca e la controllante di Geely Automobile, Zhejiang Geely Holding Group, ci sono stati degli iniziali colloqui lo scorso anno, ma senza offire dettagli sui contenuti.
La fonte ha comunque confermato che Geely non è più interessata al gruppo italo americano, evidenziando che solamente tre mesi fa la holding di controllo ha fatto la sua prima incursione nel sud-est asiatico rilevando il 49,9% del costruttore malese in difficoltò Proton.
Il produttore cinese con sede a Hangzhou e quotato a Hong Kong è visto come il principale candidato a diventare il primo produttore cinese veramente internazionale.
In un panorama dell'industria automobilistica cinese messa sotto pressione da Pechino per espandersi al fuori dal paese, Automotive News ha citato anche Dongfeng Motor, Great Wall, Zhejiang Geely e Guangzhou, attuale partner di Fca in una jv in Cina. Anche se, sottolinea la rivista di settore, non è chiaro quale gruppo possa approfondire il dossier.
Almeno un'offerta sarebbe stata presentata questo mese da un costruttore cinese, respinta comunque al mittente dal gruppo guidato da Sergio Marchionne in quanto non ritenuta adeguata, sottolinea Automotive News, aggiungendo che la settimana scorsa funzionari del Lingotto si sono recati in Cina per un incontro con Great Wall Motor.
Una eventuale vendita includerebbe i brand Jeep e Ram, Dodge, così come Chrysler e Fiat, lasciando fuori comunque Maserati e Alfa Romeo.
La Consob ha acceso un faro sulla situazione, secondo una fonte vicina alla Commissione.
I broker intanto analizzano i possibili scenari per Fca. Una banca d'affari, che ha rating 'outperform' e un target price di 14 euro, sottolinea che l'attività di M&A "è inclusa nel nostro investment case" e la valutazione attuale è relativamente a sconto. E ritiene che l'ingresso in campo di un player cinese, sgradito all'amministrazione Trump, favorirebbe un ritorno al tavolo negoziale di General Motors.
Una Sim italiana, che ha rating 'neutral' e target di 11 euro, ritiene che Exor (MI:EXOR) "sia a favore di una soluzione in cui si preveda una fusione con un altro player di rilievo". Ma, aggiunge, dal punto di vista politico un merger con un gruppo cinese è complicato. E "lo spin-off di Maserati e Alfa Romeo, al momento, è di difficile realizzazione, viste le dimensioni dei brand e l'eccessiva dipendenza da un numero esiguo di modelli". Il broker ipotizza che un bidder asiatico potrebbe essere disposto a pagare un premio del 15-20% rispetto ai prezzi attuali.