di Massimiliano Di Giorgio
BRUXELLES/ROMA (Reuters) - Oltre al gigante mondiale della siderurgia ArcelorMittal e all'indiana JSW Steel, ci sono almeno altre due aziende e un fondo d'investimenti stranieri interessati ad acquisire Ilva.
Oggi, il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, ha parlato a Bruxelles di "almeno altre quattro offerte oltre a quella di ArcelorMittal...", senza però fornire dettagli e non includendo nella lista JSW, una cui delegazione è in visita all'Ilva questa settimana.
Una fonte vicina alla situazione ha riferito a Reuters che "le altre aziende interessate sono la brasiliana CSN ed Emirates (Steel Industries)" anche se da quest'ultima non è ancora arrivato "nulla di scritto".
Ieri, parlando con Reuters, un portavoce di Emirates Steel Industries aveva detto che l'azienda "non ha interesse in queste acquisizioni"
La fonte ha confermato anche che c'è interesse da parte di Texas Pacific Group (TPG), un fondo d'investimento Usa che ha già nel suo portafoglio le italiane Piaggio, Ducati, Microgame, e che nel 2007 ha tentato la scalata ad Alitalia insieme a Mediobanca.
TPG per il momento non commenta la notizia, mentre non è stato possibile raggiungere la CSN.
E' interessata a Ilva anche l'italiana Marcegaglia - il principale cliente dell'azienda siderurgica - che martedì scorso ha partecipato a una riunione al ministero, insieme ad ArcelorMittal e al suo advisor JP Morgan, con il ministro Guidi e Piero Gnudi, commissario di Ilva.
Ma il ruolo dell'azienda che fa capo all'attuale presidente di Eni, Emma, e al fratello, sarebbe condizionato comunque dalla partecipazione di un importante partner internazionale, come appunto ArcelorMittal.
CON ARCELORMITTAL SITUAZIONE "PIU' AVANZATA"
Gnudi, confermano fonti sia di Ilva, del ministero dello Sviluppo Economico e di ArcelorMittal, vuole offerte vincolanti per l'azienda entro la fine dell'anno, mentre attende entro la fine di settembre altre manifestazioni di interesse.
Quella di ArcelorMittal è l'offerta "a uno stadio più avanzato rispetto alle altre", ha detto Guidi arrivando al Consiglio Ue sulla competitività a Bruxelles. A testimoniarlo, anche il fatto che all'incontro al ministero ci fosse l'amministratore delegato per l'Europa, Aditya Mittal, il quale ha poi ribadito in una nota il suo interesse all'acquisto di Ilva.
A chi chiedeva quali fossero i tempi per la vendita, il ministro Guidi ha risposto: "As soon as possible, però evidentemente essendo un impianto di grande importanza e con certe complessità bisogna considerare tutte le ipotesi, bisogna fare delle verifiche, e aspettare di capire quali sono i piani industriali dei potenziali interessati e bisogna lavorare sulla costruzione di un futuro solido che tuteli al massimo il livello occupazionale e la capacità produttiva".
Al centro dei colloqui al ministero, aveva detto una fonte ministeriale a Reuters "sono state le garanzie di protezione per l'acquirente dalle vicende giudiziarie della famiglia Riva e la questione ambientale".
L'azienda è infatti al centro di un'inchiesta della magistratura per l'inquinamento prodotto dall'impianto di Taranto, ed è stata commissariata un anno fa dal governo per attuare la bonifica ambientale del sito. Tra gli indagati, alcuni membri della famiglia Riva, proprietaria di circa il 90% dell'azienda, ed ex dirigenti dello stabilimento.
L'ultimo decreto varato dal governo a luglio su Ilva prevede la possibilità che in mancanza della disponibilità della proprietà a varare un aumento di capitale, necessario anche a realizzare, si possa ricorrere a nuovi investitori, diluendo così di fatto la presenza dei Riva.
Secondo una fonte vicina alla famiglia, intanto, i Riva sono irritati dalla mancanza di comunicazioni da parte del commissario e del governo sulle iniziative in corso.
-- Hanno collaborato Maytall Angel a Londra, Phil Blenkinsop ad Amsterdam, Isla Binnie a Roma
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