Investing.com - L’oro è pressoché invariato al minimo di tre mesi questo martedì, mentre gli investitori restano cauti in attesa dei due giorni di vertice di politica monetaria della Federal Reserve che avranno inizio nel corso della giornata.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna ad aprile salgono di 90 centesimi, o dello 0,08% a 1.154,10 dollari l’oncia troy negli scambi europei del mattino. Il prezzo è rimasto in un range che va da 1.151,20 a 1.156,10 dollari.
I futures troveranno supporto a 1.146,50 dollari, il minimo dall’11 marzo, e resistenza a 1.165,70 dollari, il massimo dal 12 marzo.
Ieri, l’oro è salito di 80 centesimi, o dello 0,07%, a 1.153,20 dollari mentre i traders tengono d’occhio l’andamento del dollaro per valutare l’appeal del metallo prezioso.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,3% a 99,83, staccandosi dal recente massimo di 12 anni di 100,77.
Il prezzo dell’oro di solito ha un andamento inverso a quello del dollaro, poiché il metallo prezioso diventa meno costoso per i titolari di altre valute.
L’attenzione dei traders è rivolta alla dichiarazione di domani della Federal Reserve per capire se la banca deciderà di non essere più “paziente” prima di aumentare i tassi.
Secondo gli investitori, se la banca dovesse cambiare idea, i tassi potrebbero essere alzati già durante il vertice di politica monetaria di giugno.
Le aspettative di un aumento anticipato dei tassi di interesse sono ribassiste per l’oro, poiché il metallo prezioso spesso non riesce a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi di interesse vengono alzati.
Intanto, i futures dell’argento con consegna a maggio scendono di 2,9 centesimi, o dello 0,19%, a 15,58 dollari l’oncia troy. Ieri, l’argento è salito di 12,3 centesimi, o dello 0,79% a 15,61 dollari.
Sempre sul Comex, il rame con consegna a maggio crolla di 3,4 centesimi, o dell’1,28%, a 2,633 dollari la libbra tra i crescenti timori per lo stato di salute dell’economia cinese.
I ribassi sono rimasti limitati tra le aspettative di un ulteriore allentamento monetario in Cina dopo la recente serie di report economici deludenti.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.