ROMA (Reuters) - I principali sindacati degli insegnanti hanno proclamato per domani uno sciopero generale contro "La buona scuola", il progetto di riforma dell'istruzione voluta dal governo Renzi, di cui contestano soprattutto i poteri da "manager" attribuiti ai dirigenti scolastici.
Ma la protesta, a cui partecipano anche il personale non docente e gli studenti, chiede anche di stabilizzare tutti gli insegnanti precari - almeno 150.000 contro i 100.000 del piano del governo - e il rinnovo del contratto di settore, fermo da 7 anni, dicono i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, che per domani hanno organizzato anche decine di manifestazioni.
Le città dove si terranno i cortei principali (che partiranno tra le 9 e le 9.30) sono Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma.
La riforma punta soprattutto, nelle intenzioni del governo, a marcare maggiormente l'autonomia delle scuole, a dare più potere di scelta ai dirigenti (anche nella selezione dei docenti), ad ampliare l'offerta formativa per gli studenti e a evitare la formazione di bacini di insegnanti precari. Previsto anche un piano di edilizia scolastica per garantire la sicurezza e l'efficienza energetica degli edifici.
Nei giorni scorsi il premier Matteo Renzi ha aperto a possibili modifiche del disegno di legge (presentato in Parlamento a marzo dopo essere stato annunciato da mesi) soprattutto per ridurre i nuovi poteri previsti per i dirigenti scolastici. Ma Renzi ha rifiutato di varare un decreto per procedere alle assunzioni di insegnanti, come invece gli hanno chiesto anche i partiti di opposizione.
La protesta ha intanto fatto spostare le cosiddette prove Invalsi previste proprio per domani. Si tratta di una serie di test scritti (spesso contestati dagli insegnanti) per valutare i livelli di apprendimento degli studenti, che si terranno alle elementari il 6 e 7 maggio e alle medie il 12 maggio.