Investing.com - Il dollaro continua a salire contro le altre principali valute questo lunedì, segnando il massimo di due settimane supportato ancora dai dati di venerdì sull’inflazione statunitense.
Il cambio USD/JPY sale dello 0,50% a 113,22.
Il biglietto verde resta supportato dai dati di venerdì che hanno mostrato che l’inflazione core USA è salita al tasso più veloce di quattro anni a gennaio alimentando le aspettative di ulteriori aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve quest’anno.
Il cambio EUR/USD scende dello 0,92% a 1,1029.
L’euro si è indebolito dopo le dichiarazioni del gruppo di ricerche di mercato Markit secondo cui l’indice composito flash della produzione nella zona euro, che comprende sia l’attività del settore manifatturiero che quella del settore dei servizi, è sceso da 53,6 a gennaio a 53,0 di febbraio, il minimo di 13 mesi, meno della lettura di 53,3 prevista.
Il report ha seguito i dati che hanno mostrato che l’attività del settore privato francese ha visto una contrazione il mese scorso, mentre l’attività delle imprese in Germania è cresciuta al tasso più lento degli ultimi sette mesi.
I dati hanno alimentato le pressioni sulla Banca Centrale Europea affinché introduca ulteriori misure a sostegno della crescita nella regione.
Il dollaro sale contro la sterlina e il franco svizzero, con la coppia GBP/USD che crolla del 2,17% al minimo di sei anni di 1,4093 ed il cambio USD/CHF su dello 0,77% a 0,9982.
La sterlina è andata sotto forte pressione alla vendita dopo la decisione shock del sindaco di Londra Boris Johnson di appoggiare la campagna per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Venerdì il Primo Ministro britannico David Cameron ha raggiunto un accordo con i leader dell’UE per dare al Regno Unito uno status speciale all’interno della regione, accordo che apre la strada al referendum del 23 giugno con cui i cittadini decideranno se continuare a far parte o meno nell’Unione Europea.
Tuttavia, ieri il sindaco di Londra Boris Johnson si è detto a favore della campagna per l’uscita dall’UE, affermando che si tratta di un’opportunità “di votare per un vero cambiamento”.
La decisione viene considerata un vero colpo alla campagna del primo ministro per restare nell’UE.
David Cameron presenterà le sue ragioni per restare nell’UE ai parlamentari di maggioranza e opposizione nel corso della giornata.
Il dollaro australiano e quello neozelandese sono in salita, con la coppia AUD/USD su dello 0,64% a 0,7197 ed il cambio NZD/USD che sale dello 0,71% a 0,6679.
Intanto, il cambio USD/CAD scende dello 0,37% a 1,3713.
Le valute legate alle materie prime hanno trovato supporto dal momento che il prezzo del greggio è tornato sopra i 33 dollari al barile questo lunedì, mentre sembrano ridursi le preoccupazioni per le scorte in esubero.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,88% a 97,48, il massimo dal 3 febbraio.