di Paola Arosio
MILANO (Reuters) - Camfin e i suoi azionisti trattano il riassetto di Pirelli che prevede un'opa totalitaria da oltre 7 miliardi di euro con China National Chemical Corporation socio di riferimento.
I dettagli dell'operazione, che dovrebbe vedere la luce in una serie di cda in programma stasera, dopo uno scarno comunicato sono emersi da alcune fonti.
Il deal dovrebbe consentire ai soci Camfin, che al 31 dicembre 2013 aveva un debito di 380 milioni oltre al 26,1% di Pirelli, di monetizzare plusvalenze pur restando nella società. Anche Rosneft, la cui quota in Camfin viene valorizzata poco meno di 1 miliardo di euro, per il momento non esce dal gruppo della Bicocca, nonostante un debito multimiliardario (in dollari) che aveva fatto pensare a una ritirata del colosso russo.
Nello stesso tempo Pirelli si assicura, accanto al partner indistriale Rosnefgt in Russia, un secondo parter per il cruciale mercato cinese.
L'operazione, molto complessa nella sua struttura, prevede che China National Chemical abbia il 50% più una azione di una nuova società che acquisirà Camfin. Gli attuali soci della holding, compresa Rosneft, entrata a luglio 2014, dimezzeranno la loro quota realizzando plusvalenze (2 miliardi circa i proventi per Camfin). "Seguirà un'opa su Pirelli e i soci attuali reinvestiranno tutti una parte dei proventi, anche se non è detto che rispettino i pesi attuali", dice una fonte a diretta conosceza del dossier.
Oltre a Rosneft, che ha il 50%, gli altri soci Camfin sono Nuove Partecipazioni (Tronchetti Provera e altri), Intesa Sanpaolo (MILAN:ISP) e Unicredit (MILAN:CRDI), attraverso un complesso reticolo di società.
Tronchetti avrà la gestione del gruppo per altri 5 anni e sarà in capo a lui la decisione di riquotare Pirelli fra 3 o 4 anni dopo il delisting in caso di successo dell'opa.
Nei patti parasociali in discussione in queste ore ci sono la permanenza in Italia della Ricerca e Sviluppo, oltre che della sede, e la tutela di alcune tecnologie sviluppate dalla Bicocca.
In contemporanea ChemChina e Pirelli discuteranno di una alleanza nel settore truck che potrebbe prendere la forma di una joint venture o di uno spinoff della divisione, dice la fonte.
Nel 2014 i ricavi Pirelli nei veicoli industriali sono stati pari a 1,4 miliardi, con una flessione del 10% includendo l'effetto cambi rispetto a vendite totali nel settore tyre di 6 miliardi (+2% tenendo conto dell'effetto cambi).
Secondo Banca Akros, lo spinoff aggiungerebbe 6 euro alla valutazione dell'azione, valore che i soci perderebbero aderendo all'opa. Anche Matteo Agrati di Mediobanca ritiene non ci sia un premio M&A nella valutazione e ritiene che l'opa non avrà successo viste le potenziali sinergie dalla razionalizzazione del business.
Pirelli ha chiuso la seduta in Borsa in rialzo del 2,21% a 15,21 dopo una fiammata a 15,81 euro, ben sopra il prezzo della possibile opa di 15 euro per azione.
Dell'opa potrebbero beneficiare, fra gli altri soci Pirelli, la famiglia Malacalza (6,98%), Mediobanca (3,9%), Harbor (5%).
ha collaborato Pamela Barbaglia