Investing.com - I futures dell’oro sono in salita questo giovedì, dopo i dati che hanno mostrato che il numero delle richieste di sussidio di disoccupazione negli USA è salito al massimo di sei settimane.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre è salito dello 0,3%, o di 4,00 dollari, a 1.318,70 dollari l’oncia troy negli scambi della mattinata europea.
I prezzi sono rimasti in un range stretto tra 1.310,20 e 1.320,60 dollari. L’oro ha chiuso la seduta di ieri in salita dello 0,3%, o di 3,90, a 1.314,50.
Supporto a 1.288,50, il minimo dal 6 agosto e resistenza a 1.324,30 dollari, il massimo dall’8 agosto.
In un report, il Dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato che il numero delle nuove richieste di sussidio di disoccupazione nella settimana conclusasi il 9 agosto è aumentato di 21.000 unità a 311.000, dal totale della settimana precedente di 290.000 unità.
Gli analisti avevano previsto un aumento delle richieste di sussidio di 5.000 unità a 295.000.
Le richieste di sussidio continuative nella settimana terminata il 2 agosto sono salite a 2,544 milioni da 2,519 milioni nella settimana precedente. Gli analisti avevano previsto che le richieste sarebbero scese a 2,500.
I dati deludenti hanno spinto gli investitori a ridurre le aspettative verso un aumento dei tassi nella prima metà del prossimo anno.
I prezzi del metallo prezioso sono scesi dopo le dichiarazioni rese dal Presidente Russo Vladimir Putin che hanno allentato le tensioni.
In un discorso tenuto in Crimea, il Presidente Russo Vladimir Putin ha affermato che la Russia farà “tutto ciò che è in suo potere” per fermare le violenze nell’Ucraina orientale, aggiungendo che il paese non ha bisogno di creare conflitti con il resto del mondo.
Sul Comex l’argento con consegna a settembre è salito dello 0,29%, o di 5,8 centesimi, a 19,901 dollari l’oncia troy.
Intanto, il rame con consegna a settembre scende dello 0,18%, o di 0,6 centesimi, al minimo di otto settimane di 3,106 dollari la libbra, dopo i dati tedeschi che hanno mostrato una contrazione nel secondo trimestre, mentre in Francia la lettura è rimasta invariata.
L’Europa è il terzo consumatore mondiale di rame.