BRASILIA (Reuters) - Il Pil del Brasile si è contratto del 3,8% nel 2015, segnando il dato peggiore dal 1990.
Sulla prima economia latino americana hanno pesato il taglio da parte delle imprese dei piani di investimento e, nel complesso, di 1,5 milioni di posti di lavoro.
Il Brasile si avvia quindi verso quello che potrebbe diventare il più lungo e più pesante periodo recessivo da quando è iniziata la raccolta dei dati, all'inizio del secolo scorso.
Il paese è stato colpito nella parte finale del 2015 da un disastroso incidente in una delle sue principali miniere e dal più esteso sciopero in 20 anni nel settore petrolifero, che hanno ulteriormente affondato un'economia già indebolita da una protratta crisi politica, da inflazione e tassi di interesse in salita e dalla netta discesa dei prezzi delle materie prime.
Per il 2016 le prospettive sono altrettanto grigie, con un Pil stimato in contrazione del 3,45%, secondo un recente sondaggio condotto dalla banca centrale tra economisti.
"Non ci sono ancora motori di crescita. L'unico potrebbe essere l'export, ma l'economia brasiliana è relativamente chiusa, quindi non riteniamo che sarà sufficiente a riportarci fuori dalla crisi", osserva l'economista di Nomura Securities Joao Pedro Ribeiro.