di Antonella Cinelli
ROMA (Reuters) - A marzo il commercio estero italiano ha registrato il più ampio surplus degli ultimi 20 mesi grazie al forte avanzo dei prodotti non energetici, mentre prosegue la brillante performance dell'export verso la Cina.
Secondo i dati diffusi ieri da Eurostat e stamani da Istat, a marzo il surplus commerciale con il resto del mondo è stato pari a 7,54 miliardi di euro rispetto al deficit di 757 milioni registrato un anno prima. Bisogna andare indietro fino a luglio 2021 per trovare un avanzo maggiore (8,17 miliardi).
L'export, a livello tendenziale, sale del 4,7% a marzo (pur in rallentamento dopo +10,8% e +15,5% dei due mesi precedenti) e del 9,8% nel primo trimestre.
Le importazioni a loro volta segnano il primo calo tendenziale da oltre due anni (-9,8%), spiegato per circa un terzo dal crollo degli acquisti di gas naturale dalla Russia, come evidenziato nel grafico Istat qui di seguito.
Istat segnala che a marzo il deficit energetico è inferiore rispetto a un anno prima (-5,33 miliardi da -8,27 miliardi), mentre l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici sale a 12,87 miliardi da 7,51 miliardi a marzo 2022.
"E' una notizia molto positiva che l'impatto negativo della crisi energetica sul nostro saldo commerciale stia dando segnali di moderazione nel primo trimestre" dopo un rosso per quasi 31 miliardi nel 2022, commenta Loredana Federico, chief Italian economist di UniCredit (BIT:CRDI).
A marzo risulta invece in deficit di 916 milioni la bilancia commerciale con i soli Paesi Ue, dal surplus di 36 milioni un anno prima, con l'export che sale del 3% su anno e l'import del 6,1%.
FLUSSO VERSO CINA DA RECORD
L'export con la Cina si mantiene solido: dopo il record di febbraio (3 miliardi), a marzo registra l'incremento maggiore in termini percentuali (+26,3%) tra i flussi verso gli altri Paesi, precisa Istat.
Da record anche il primo trimestre, con esportazioni per 7,14 miliardi, il valore più alto della serie trimestrale, contro i 3,71 dello stesso periodo 2022.
Nel dettaglio, a marzo l'export in Cina di prodotti farmaceutici fornisce alla variazione tendenziale il contributo maggiore, pari a quasi 0,6 punti percentuali, come mostra il grafico Istat.
Recentemente la premier Giorgia Meloni ha detto che il governo italiano non ha ancora deciso se uscire dall'accordo Belt and Road Initiative (Bri) con la Cina, a cui l'Italia ha aderito nel 2019 malgrado le proteste degli Stati Uniti. Il patto dovrà essere rinnovato entro la fine dell'anno.
Sempre a gennaio-marzo, l'import dalla Cina si è attestato a 11,36 miliardi da 14,23 miliardi di un anno prima. Nel solo mese di marzo il calo è stato del 34% circa su anno.
(Antonella Cinelli, editing Valentina Consiglio, Andrea Mandalà)