di Lisa Jucca
MILANO (Reuters Breakingviews) - Nexi (MI:NEXII) si è trasformata da potenziale preda a predatore nel settore europeo dei pagamenti. L'acquisizione di ieri della rivale nordica Nets, che segue l’annuncio dell’operazione con Sia, spingerà il gruppo italiano da 9,4 miliardi di euro ai vertici del settore. Nexi competerà ora testa a testa con la rivale francese Worldline nel prossimo round di deal. L'accordo carta contro carta darà agli azionisti di Nets, inclusa la società di buyout Hellman & Friedman, circa il 31% della società allargata, una volta inclusa Sia. La fusione valuta l’equity del gruppo nordico 6 miliardi di euro, sulla base del prezzo di chiusura delle azioni di Nexi venerdì. L'aumento dell'11% da quando le società hanno confermato i colloqui due settimane fa riflette il rally delle azioni di Nexi. Quest’ultima acquisizione consente all'amministratore delegato di Nexi, Paolo Bertoluzzo, di operare in circa 25 Paesi europei e di integrare l'esperienza di Nets nell'e-commerce con la capacità dell'acquirente nel servire i merchant. L'aggiunta di Sia a un costo che sfiora i 5 miliardi di euro porterà infrastrutture per il clearing ed il settlement dei pagamenti. Sulla base degli attuali corsi di borsa, le tre società avranno un valore di mercato combinato di oltre 20 miliardi di euro. I risparmi annuali sui costi per 195 milioni di euro all'anno previsti dalle due operazioni, tassati al 25% e capitalizzati, aggiungono un ulteriore valore di 1,5 miliardi di euro. La nuova Nexi sarà ancora più piccola in termini di valore di mercato rispetto a Worldline, che sta assorbendo il gruppo da 8 miliardi di euro Ingenico. Tuttavia, l'Ebitda pro-forma di Nexi di 1,5 miliardi di euro per quest'anno supererà il miliardo di euro stimato della rivale francese. Nessuna delle due società mostra segni di rallentamento. Con il calo del numero di gruppi indipendenti, è probabile che la prossima ondata di acquisizioni si concentrerà su asset ora in pancia alle banche. Istituti di credito come la francese Société Générale, la spagnola BBVA (MC:BBVA) e la banca polacca Pekao tendono ancora a gestire la maggior parte dei propri servizi di pagamento. Ma il Covid-19 li costringerà a raccogliere capitali. Lo scorso anno, Intesa Sanpaolo (MI:ISP) ha intascato circa 1 miliardo di euro vendendo a Nexi le sua attività di merchant acquiring. Worldline e Nexi non avranno l'industria europea tutta per loro. Giganti statunitensi come Global Payments, che vale 56 miliardi di dollari, hanno già una presenza nel continente. Per mantenere il loro status, i predatori dei pagamenti europei potrebbero eventualmente dover considerare di unire le forze. Su Twitter https://twitter.com/LJucca
(Tradotto da Redazione Danzica, in redazione a Milano Cristina Carlevaro, alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614)