PECHINO (Reuters) - E' probabile che la Cina ricorra all'ampio bacino delle proprie risorse in valuta estera per evitare una rapida caduta del cambio oltre il livello psicologico di 7 yuan per dollaro, soglia che potrebbe innescare flussi speculativi e fuga di capitali.
Lo riferiscono fonti vicine alla situazione.
Nella seduta odierna il cross dello yuan contro dollaro è scivolato al nuovo minimo degli ultimi 22 mesi di 6,9647 nei confronti del biglietto verde. Gli operatori vedono il cambio, strettamente gestito da Pechino attraverso la banca centrale e solo in parte convertibile, saldamente indirizzato verso l'obiettivo di 7 su dollaro, livello mai visto dal culmine della crisi finanziaria di dieci anni fa.
Da inizio anno lo yuan si è svalutato di oltre 6% nei confronti della divisa Usa, a riflesso in parte del rallentamento della crescita cinese e in parte delle pressioni sulle esportazioni da collegare alla sfida commerciale sui dazi con gli Stati Uniti.
Due fonti coinvolte nel dibattito interno di politica monetaria riferiscono che Pechino intende difendere la soglia di 7 yuan contro dollaro per dimostrare che le autorità sono pronte a impedire una fuga dai mercati cinesi.
"Se lo yuan dovesse rompere quota 7 la sua caduta vedrebbe una rapida accelerazione. Per impedire si arrivi a questo è probabile che le autorità intervengano sul mercato in modo da stabilizare il cambio", dice la prima fonte.
La seconda si dice addirittura certa di un intervento della banca centrale, per scongiurae il superamento di un livello psicologicamente chiave che farebbe prevalere tra gli investitori un clima di deciso pessimismo.
"Direttamente o indirettamente la banca centrale interverrà come è necessario che faccia. Ha a disposizione diversi strumenti: lo yuan non può oltrepassare quota 7 su dollaro perché avrebbe un effetto psicologico", spiega.
Obiettivo principale di Pechino è al momento il contrasto delle spinte inflazionistiche che incombono sulla crescita economica, di cui il governo vuole impedire una violenta frenata dopo la discesa al tasso di 6,5% -- minimo dai tempi della crisi finanziaria -- vista nel terzo trimestre.
La banca centrale, che nel corso del 2018 ha abbassato ben quattro volte il livello minimo delle riserve obbligatorie per gli istituti di credito, dovrebbe varare ulteriori misure espansive, mentre sul piano della politica economica si punta per l'anno prossimo a ulteriori sgravi ficali a sostegno della crescita.
Una terza fonte è del parere che l'istituto centrale si appresti a varare nuove mosse di stimolo che innescheranno un'ulteriore svalutazione dello yuan, ma sempre non oltre la soglia di 7 su dollaro.
"Dobbiamo aumentare il grado di accomodamento della politica monetaria e permettere un ulteriore deprezzamento dello yuan, ma si impedirà il superamento della soglia psicologica di 7 contro dollaro", commenta.
La banca centrale non ha commentato le indiscrezioni Reuters, il vicegovernatore Pan Gongsheng dichiarava oggi alla stampa che i fondamentali economici in buona salute e le ricche riserve di valuta estera permetteranno a Pechino di mantenere il cambio fondamentalmente stabile.