WASHINGTON / SYDNEY (Reuters) - Ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sospeso i finanziamenti all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a causa della gestione della pandemia di coronavirus, suscitando lo sdegno degli epidemiologi in un contesto in cui le vittime del virus negli Stati Uniti sono in continuo aumento.
Trump, che ha reagito con rabbia alle critiche sulla gestione della più grande epidemia del secolo, ha dimostrato una crescente ostilità nei confronti dell'Oms.
Secondo Trump l'organizzazione con sede a Ginevra avrebbe sostenuto la Cina nella sua campagna di "disinformazione" sul virus, causando una diffusione dell'epidemia maggiore di quella che altrimenti si sarebbe verificata.
"L'Oms ha fallito in questo basilare compito e deve essere considerato responsabile", ha dichiarato Trump ieri durante una conferenza stampa alla Casa Bianca.
Il virus ha colpito circa due milioni di persone in tutto il mondo e fatto registrare oltre 124.000 vittime da quando la malattia è emersa in Cina alla fine dello scorso anno, secondo calcoli effettuati da Reuters.
Il segretario generale delle Nazioni unite Antonio Guterres ha affermato che non è questo il momento di ridurre i fondi all'Oms.
"Ora è il momento di essere uniti e di lavorare insieme come comunità internazionale dimostrando solidarietà per fermare questo virus e le sue conseguenze devastanti", ha dichiarato Guterres in una nota.
Gli Stati Uniti sono il principale finanziatore dell'Oms e hanno contribuito al bilancio dell'organizzazione con oltre 400 milioni di dollari nel 2019, circa il 15% del suo budget.
Il Primo ministro australiano Scott Morrison ha dichiarato di essere solidale con le critiche di Trump all'Oms, specialmente per quando riguarda "l'incomprensibile" sostegno dell'organizzazione alla riapertura dei "wet market" della Cina, dove vengono venduti animali selvatici da poco macellati o ancora vivi.
Si pensa infatti che il coronavirus si sia diffuso da uno di questi mercati nella città di Wuhan alla fine dello scorso anno.
"Detto questo l'Oms come organizzazione, svolge molte attività importanti anche qui nella nostra regione nel Pacifico e lavoriamo a stretto contatto con loro", ha detto Morrison a una stazione radio australiana.
"Non abbiamo intenzione di buttar via il bambino con l'acqua sporca, ma non possiamo ritenere l'organizzazione immune da critiche".