di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Mediaset è tornata protagonista sul mercato con l'accordo in chiave alleanze europee con Telefonica e dopo la ristrutturazione del settore giornalistico, fatta tenendo fede all'assioma berlusconiano "senza licenziamenti".
Protagonista di entrambe le operazioni è stato Pier Silvio Berlusconi, secondogenito di Silvio, prodigo anche di dichiarazioni politiche in favore del governo di Matteo Renzi, parole benedette dal padre che ha parlato di "piena sintonia".
Il vicepresidente di Mediaset è apparso a tal punto renziano nell'intervista al Corriere della sera di domenica da beccarsi l'ironico appellativo di "Piertelemaco" dalla bersaniana Chiara Geloni e da oscurare l'astro della sorella Marina, protagonista delle dichiarazioni "politiche" della famiglia nei mesi scorsi.
La linea aziendale filogovernativa sta condizionando, secondo gli osservatori, anche la linea politica del leader di Forza Italia. "La famiglia Berlusconi è soddisfatta del governo in carica e non si sente minacciata da Matteo Renzi. È per questo che ha smesso di far politica, e sicuramente di fare opposizione: perché non ne ha alcun bisogno. Questo è un fatto che pesa molto più delle intemperanze passatiste di Brunetta o delle generose avventure di Minzolini", ha scritto sabato scorso Fabrizio Rondolino su Europa.
Una linea che appare al momento inossidabile: vedremo se le vicende giudiziarie (ad ore è attesa la sentenza Mediatrade che coinvolge Piersilvio e il 18 luglio l'appello del processo Ruby per Silvio) imporranno una nuova sterzata.
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