Di Ambar Warrick
Investing.com - L’inflazione IPC core del Giappone ha toccato il livello più alto degli ultimi 40 anni nel mese di ottobre, come dimostrano i dati di venerdì, mentre l’impennata dei costi delle materie prime e la riluttanza della Banca del Giappone a inasprire la politica monetaria hanno dato poco sollievo alle pressioni sui prezzi in costante aumento.
L’indice dei prezzi al consumo core (IPC core), che considera le variazioni di prezzo di tutti gli articoli esclusi i generi alimentari freschi, è aumentato a un tasso annuo del 3,6% a ottobre, secondo i dati dell’Ufficio di Statistica. La lettura è stata leggermente superiore alle aspettative del 3,5% e superiore alla lettura di settembre del 3,0%.
Includendo gli alimenti freschi, l’IPC è aumentato del 3,7% in ottobre, rispetto al 3,0% di settembre. La lettura ha raggiunto il livello più alto dal 2014. Su base mensile, l’IPC è salito dello 0,6% a ottobre rispetto al mese precedente.
Gli alimenti freschi, i carburanti e le utenze sono state le voci più importanti in questo aumento, visto il rincaro del 20% dei prezzi del gas in ottobre.
La lettura giunge mentre il Giappone si trova ad affrontare un rapido aumento dei prezzi delle importazioni di generi alimentari e di carburante, in gran parte dovuto al forte deprezzamento del yen quest’anno. La valuta giapponese è scesa di circa il 22% quest’anno ed è crollata ai minimi di 30 anni in ottobre a causa del crescente divario tra i tassi di interesse locali e quelli statunitensi.
Finora la Banca del Giappone non ha dato alcuna indicazione di voler alzare i tassi di interesse dai livelli ultra-bassi, fattore chiave del deprezzamento dello yen quest’anno. Ma le crescenti pressioni economiche dovute all’inflazione elevata e al costante indebolimento dello yen potrebbero costringere la banca a modificare la propria posizione.
Il dato di questo venerdì mostra il settimo mese consecutivo in cui l’inflazione ha superato l’obiettivo annuale del 2% fissato dalla Banca del Giappone.