ROMA (Reuters) - Il reddito disponibile delle famiglie mostra nel 2015 "una significativa e diffusa crescita" ma salgono anche le disuguaglianze e l'incidenza della povertà.
È la sintesi dell'indagine dell’indagine Eu-Silc del 2016 dalla quale emerge che il reddito netto medio annuo per famiglia, esclusi gli affitti figurativi, è pari a 29.988 euro, circa 2.500 euro al mese, +1,8% in termini nominali e +1,7% in termini di potere d'acquisto rispetto al 2014.
La crescita del reddito è più intensa per il quinto più ricco della popolazione, "trainata dal sensibile incremento della fascia alta dei redditi da lavoro autonomo, in ripresa ciclica dopo diversi anni di flessione pronunciata", spiega Istat.
Quindi, esclusi gli affitti figurativi, Istat stima che il rapporto tra il reddito equivalente totale del 20% più ricco e quello del 20% più povero sia aumentato da 5,8 a 6,3.
La fascia di persone a rischio di povertà o esclusione sale nel 2016 al 30%, registrando un peggioramento rispetto al 28,7% dell'anno precedente.
"Aumentano sia l'incidenza di individui a rischio di povertà (20,6% da 19,9%) sia la quota di quanti vivono in famiglie gravemente deprivate (12,1% da 11,5%), così come quella delle persone che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (12,8% da 11,7%)", prosegue Istat.
Le famiglie con cinque o più componenti si confermano le più esposte al rischio di povertà o esclusione sociale (43,7% come nel 2015), ma è per quelle con uno o due componenti che questo indicatore peggiora (per le prime sale al 34,9% dal 31,6%, per le seconde al 25,2% dal 22,4%).