di Antonella Cinelli
ROMA (Reuters) - Istat ha reso noto oggi che la nuova metodologia di calcolo adottata a livello europeo ha provocato una revisione al rialzo del Pil italiano per il 2011 del 3,7% e causato una riduzione del rapporto deficit/Pil dello stesso anno al 3,5% dal 3,7%.
Per effetto delle nuove regole europee (Sec 2010) verranno d'ora in poi conteggiati i contributi al Pil derivanti da commercio di droga, prostituzione e contrabbando di sigarette. Le spese per Ricerca e sviluppo (R&S) e armamenti saranno poi conteggiate come investimenti.
Tra le novità più rilevanti, il fatto che le operazioni in derivati non avranno più impatto sul deficit/Pil, un impatto che è stato negativo a partire dal 2006.
"Per il 2011 l'impatto sul deficit di tale modifica è stato positivo per 1,8 miliardi", sottolinea Istat. Lo scorso anno senza gli swap l'indebitamento netto sarebbe sceso al 2,8% anziché attestarsi al 3% del Pil.
Presumibilmente le nuove regole dovrebbero determinare una revisione positiva anche per gli anni successivi, aiutando l'esecutivo a mantenere l'indebitamento netto entro il 3% del Pil nel 2014 e a liberare margini in bilancio nel 2015.
Ma le componenti sono molte e sorprese negative potrebbero venire dalla ridefinizione del perimetro della Pa, sottolinea Istat.
In serata il premier Matteo Renzi, alla registrazione del programma di RaiUno Porta a porta, ha detto che con le nuove regole l'Italia "potrà avere una oscillazione, spero positiva su anno, ma di 0,1. Potremmo avere un piccolo miglioramento del debito/Pil ma rispetto alla crescita nel 2014 non cambierà sostanzialmente niente. Ragionevolmente nel terzo trimestre sarà intorno a 0".
L'innovazione ha intanto comportato per il 2011 - scelto dall'Italia come benchmark - anche un calo della pressione fiscale, rivista al 41,6% dal 42,5%.
15,5 MILIARDI PIL DA ATTIVITA' ILLEGALI E INDOTTO
Il valore nominale del Pil 2011 è stato rivalutato di 59 miliardi di euro, il 3,7%. La revisione si spiega in parte (1,6 punti percentuali) con il nuovo sistema di regole di contabilità europeo, per 0,8 punti con l'inclusione delle attività illegali, e 1,3 punti sono il prodotto di un'operazione dell'Istat di revisione di fonti e metodi.
Per l'anno preso in esame, le attività illegali contribuiscono alla rivalutazione del Pil per 1 punto percentuale pari a 15,5 miliardi: 10,5 miliardi dalla commercializzazione di droga, 3,5 dalla prostituzione e 0,3 dal contrabbando di sigarette, oltre a 1,2 miliardi di indotto.
C'è poi l'economia sommersa, che nel 2011 risulta aver inciso sul Pil italiano per l'11,5%. L'ultima stima risale al 2008, e dava l'incidenza al 16%, ma Istat sottolinea che i due valori non sono raffrontabili.
Il peso dell'economia cosiddetta 'non osservata' - la somma di economia sommersa e illegale - risultava nel 2011 del 12,4%, circa 200 miliardi, spiega l'istituto di statistica.
R&S E ARMAMENTI DIVENTANO INVESTIMENTI
In base alle nuove regole, "d'ora in avanti le spese per Ricerca e sviluppo diventano capitale immateriale, mentre prima erano solo spese delle istituzioni", spiega un portavoce di Istat.
La spesa in R&S ha dato un contributo di 1,3 punti percentuali alla revisione del Pil 2011 all'interno degli 1,6 punti percentuali dovuti alle innovazioni metodologiche del Sec.
Anche una parte delle spese per armamenti verrà riclassificata in spese per investimento; nell'anno in esame ha contribuito alla revisione del Pil per 0,2 punti.
Istat sottolinea che "al momento non è ancora disponibile un quadro completo dell'impatto che il passaggio ai nuovi standard contabili ha determinato sui conti dei diversi paesi europei. Si può comunque osservare che, con riferimento ad anni corrispondenti a quello scelto dall'Italia per la definizione del periodo di benchmark, in Germania è stata operata una rivalutazione del Pil pari al 3,4%, in Francia del 3,2%, nel Regno Unito del 4,6%".
Il 22 settembre Istat fornirà i nuovi conti nazionali secondo il Sec 2010 per gli anni 2009-2013. Il prossimo 15 ottobre sarà poi la volta dei dati della contabilità trimestrale coerenti con le nuove stime, con le serie storiche relative al periodo tra il primo trimestre 1995 e il secondo trimestre 2014.
Il 30 settembre, invece, sarà la Banca d'Italia a fornire i dati rivisti sul debito.
- ha collaborato Gavin Jones