di Elvira Pollina e Antonella Cinelli
MILANO/ROMA (Reuters) - Nel quarto trimestre il Pil italiano ha frenato ulteriormente il debole ritmo di crescita, complice il contributo negativo delle scorte, mentre consumi, spesa pubblica, investimenti e domanda estera netta hanno sostenuto la marginale espansione dell'economia.
E' quanto emerge dallo spaccato delle componenti pubblicato stamane da Istat, che ha confermato la crescita dell'economia italiana di 0,1% da +0,2% del periodo luglio-settembre.
Nel dettaglio, il contributo positivo della domanda nazionale (0,4 punti, di cui 0,2 dai consumi) è stato di fatto annullato dalle scorte, che hanno sottratto la stessa entità, dopo aver spinto il Pil nella prima parte dell'anno.
"Era prevedibile visto l'andamento della produzione industriale degli ultimi mesi del 2015", commenta Paolo Pizzoli, economista di Ing.
Potrebbe trattarsi di un fenomeno transitorio, scrive l'ex capoeconomista del Tesoro Lorenzo Codogno in una nota, tuttavia il rischio di uno stop al ciclo positivo dei magazzini che ha contraddistinto il 2015 esiste.
Un segnale positivo che ha caratterizzato il quarto trimestre è il ritorno del supporto della domanda estera netta, che nel terzo trimestre aveva sottratto 0,3 punti, e invece nell'ultima frazione d'anno ha fornito 0,1 punti di Pil. Marginale sostegno è arrivato anche dagli investimenti, che hanno aggiunto 0,1 punti di crescita.
"Gli elementi confortanti non mancano", sottolinea Loredana Federico. Tra questi l'espansione congiunturale delle esportazioni (+1,3%) e degli investimenti fissi lordi (+0,8%), anche se squilibrata dal lato dei mezzi di trasporto.
La spesa per macchine e attrezzature registra una flessione (-0,1%) e proprio la mancata ripartenza degli investimenti in macchinari, sottolinea Federico, è il tassello mancante alla ripresa dell'economia italiana, tornata alla crescita nel 2015 dopo un triennio di recessione.
L'anno scorso il Pil è salito infatti dello 0,6% in termini corretti per il calendario mentre il dato medio annuo grezzo, che conta per i parametri di bilancio europei (+0,8%), ha beneficiato di tre giornate lavorative in più rispetto al 2014.
"Il dettaglio del quarto trimestre mostra un po' di resilienza ai venti contrari che soffiano soprattutto dai paesi emergenti e che sono destinati a pesare sulle prospettive di quest'anno", commenta Pizzoli.
Essendo improbabile un apporto positivo del canale estero, le stime di crescita per il 2016 poggiano quasi per intero sulla domanda interna e in particolare sui consumi.
"Gli elementi che tengono in piedi questo scenario ci sono tutti: l'inflazione è praticamente assente, la fiducia dei consumatori sta tenendo e i dati sull'occupazione permanente sono migliori di quanto ci si potesse aspettare", sottolinea Pizzoli, che per i primi tre mesi del 2016 stima una crescita del Pil di 0,2%, presumendo ci sia un rimbalzo delle scorte.
"Gli spazi per una crescita marginale nel primo trimestre dell'anno ci sono", conferma Federico. La variazione acquisita del Pil per il 2016 è 0,2%, ha fatto sapere Istat.
Il quadro attuale comunque suggerisce un netto ridimensionamento delle prospettive di crescita rispetto a sei mesi fa. Lo stesso governo, per bocca del premier Matteo Renzi, ha rivisto al ribasso la stima del Pil, portandola a +1,4% da +1,6%. Ma per previsori privati e istituzionali al momento è presumibile una crescita intorno a 1%.