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"La gente mi guarda come fossi Matrix": il racconto del primo paziente di Neuralink

Pubblicato 14.09.2024, 20:25
© Reuters.  "La gente mi guarda come fossi Matrix": il racconto del primo paziente di Neuralink

Come molti americani, Noland Arbaugh ha sempre sognato di andare in Francia e imparare la lingua, ma dopo che otto anni fa un incidente lo ha lasciato paralizzato dalle spalle in giù, non pensava che sarebbe stato possibile. Così è stato, in effetti, fino a quando l'uomo più ricco del mondo non lo ha aiutato a farsi impiantare un chip nel cervello.

Arbaugh, oggi 30enne, è un paziente dell'azienda Neuralink di Elon Musk. A gennaio gli è stato installato un impianto cerebrale e a marzo lo stesso Musk ha pubblicato un video in cui gioca a scacchi online usando la sua mente per controllare il cursore. Prima dell'intervento, muoveva il cursore con un bastone per la bocca, un dispositivo di assistenza specializzato usato dai tetraplegici.

Otto mesi dopo l'intervento, si trova a Parigi per un importante campionato di velocità di scacchi. "Prima del Neuralink, mi era difficile fare cose come giocare. Il mio corpo era molto stressato. Potevo farcela solo per un certo periodo di tempo e dovevo stare in determinate posizioni", ha spiegato Arbaugh a Euronews Next a Parigi. "Ora invece posso stare a letto se voglio e giocare a scacchi per ore".

Sono stato aiutato a interagire meglio con il mio computer per imparare cose
Noland Arbaugh First Neuralink patient

L'uomo non usa però la tecnologia solo per giocare. Sta imparando ad esempio il francese e il giapponese: "Sono sicuro che la gente penserà che sia una specie di Matrix, che posso scaricare dati nel mio cervello - ha aggiunto ironico -. In realtà, ciò che ha fatto per me è stato aiutarmi a interagire meglio con il mio computer per imparare cose".

Prima di installare il chip cerebrale, doveva limitarsi a video di YouTube, senza grande interattività, perché non poteva fare esercizi. Inoltre, aveva bisogno dell'aiuto di un'altra persona per premere play e pausa. Ora tutto questo è passato: può scrivere, consultare i giornali francesi e ascoltare audiolibri. E naturalmente può mettere in pausa e riavvolgere il filmato da solo: "Ora sono in grado di imparare secondo i miei tempi e sono capace di fare molto di più, il che penso sia molto importante", ha spiegato.

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Certo,Arbaugh ammette che il modo migliore per imparare una lingua è l'immersione: "Mi piacerebbe avere intorno a me altre persone che la parlano costantemente. So che è il modo migliore per imparare. Essere a Parigi è un inizio", ha precisato. Guardando al futuro, ha spiegato che vorrebbe continuare a studiare: "Sapevo già da tempo, a scuola, di voler frequentare la facoltà di giurisprudenza. È una cosa che è ancora nel mio orizzonte, qualcosa che penso sia possibile. "Dovrei tornare a scuola, terminarla, e poi iscrivermi a giurisprudenza. Sarebbe un processo lungo. Ma ci spero e cercherò di farcela".

Ma la partecipazione agli studi di Neuralink lo ha fatto interessare anche alle neuroscienze, che dunque rappresentano oggi un'alternativa al diritto.

Uno strano incidente lo ha reso tetraplegico a 22 anni

Arbaugh ha perso i movimenti del corpo all'età di 22 anni, dopo aver lavorato in un campo estivo in Pennsylvania. "Era il primo giorno d'estate. Un gruppo di noi andò in un lago artificiale. È stato uno strano incidente", ha raccontato. "Quando dico alle persone che mi sono ferito in un lago, pensano sempre che mi sia buttato dall'alto".

Come tetraplegico, mi è rimasto solo il cervello. Poco tempo dopo rispetto al mio incidente ho ringraziato Dio per avermi lasciato le funzioni cognitive
Noland Arbaugh

Invece, l'uomo ricorda di aver corso verso il lago con un paio di amici e pensa che qualcosa lo abbia colpito accidentalmente. Si è poi svegliato a faccia in giù nell'acqua: "Sono rimasto cosciente per circa 15 secondi. Ho cercato di alzarmi ma non riuscivo più a muovermi".

Ha trascorso gli anni successivi entrando e uscendo dagli ospedali fino a quando ha fatto domanda per la sperimentazione Neuralink, ma aveva paura di un'operazione al cervello. "Come tetraplegico, mi è rimasto solo il cervello. Poco tempo dopo rispetto al mio incidente ho ringraziato Dio per avermi lasciato le funzioni cognitive", ha aggiunto Arbaugh. "Lasciare perciò che qualcuno entri lì dentro e si metta a rovistare non era una cosa da prendere alla leggera, ma sapevo che i lati positivi avrebbero superato quelli negativi. Sapevo che, se possibile, avrei contribuito a far progredire questo campo".

"Sembrava uno scherzo crudele"

La tecnologia funziona attraverso un dispositivo, delle dimensioni di una moneta, che viene impiantato chirurgicamente nel cranio. È dotato di fili sottilissimi che entrano nel cervello e sviluppano un'interfaccia tra esso il computer. L'impianto può quindi rilevare l'attività cerebrale e trasmetterla, attraverso una connessione Bluetooth.

Ma appena un mese dopo l'inserimento dell'impianto nel cervello di Arbaugh, egli si è accorto che la tecnologia non funzionava più così bene, perché molti fili si staccavano dall'impianto, con una conseguente forte riduzione degli elettrodi in grado di misurare i segnali cerebrali: "Dopo l'intervento non c'è mai stato un momento in cui tutti i fili fossero al loro posto. Hanno iniziato a muoversi praticamente subito dopo l'intervento", ha detto.

"Solo un mese sembrava uno scherzo crudele, onestamente. Quindi è stata piuttosto dura", ha aggiunto. Tuttavia, il sistema si è ripreso dopo un paio di giorni: "La mentalità che mi imponevo dall'inizio dell'intervento era rimasta la stessa: anche se fosse successo qualcosa di terribile, so che mi avrebbe aiutato a migliorare le cose per il futuro".

Il secondo paziente Neuralink ha ricevuto il suo impianto in agosto e, secondo Neuralink, non ha visto registrato alcun segno di ritrazione dei fili. Arbaugh ha affermato che ora il suo impianto sta funzionando di nuovo molto bene, perché prima l'attenzione era concentrata sull'uso di elettrodi molto "individuali", sui fili e su punti molto specifici e neuroni molto specifici. "Ora si lavora maggiormente su gruppi di essi, in modo da poter eliminare i gruppi che inviano segnali deboli e ascoltare solo quelli più forti", ha detto.

"Una volta fatto questo, le cose sono migliorate molto e si sono resi conto che forse avremmo dovuto farlo fin dall'inizio", ha aggiunto. Per quanto riguarda il futuro della tecnologia, Arbaugh è fiducioso e ritiene che un giorno potrebbero permettere alle persone paralizzate di muoversi: "So che è possibile. Penso che accadrà nel corso della mia vita", ha dichiarato.

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