MILANO (Reuters) - Nel primo semestre del 2014 il fatturato del gruppo Exor-Fiat ha superato quello di Eni: se confermato sull'intero anno, il quadro sancirebbe la perdita del primato del gruppo petrolifero dopo un decennio di supremazia.
Nel 2013 Exor-Fiat ha realizzato ricavi per 113,7 miliardi di euro (di cui 54,3 in capo a Chrysler), appena un miliardo sotto i 114,7 miliardi di Eni, che ha visto una contrazione del 9,8%. Nei primi sei mesi di quest'anno è poi avvenuto il sorpasso, con 58,1 miliardi contro 56,6.
E' la fotografia che emerge dal rapporto "Le principali società italiane 2014" a cura dell'Ufficio Studi di Mediobanca, giunto quest'anno alla quarantanovesima edizione.
Eni si conferma comunque campione di utili con 5,2 miliardi nel 2013, seguita da Enel con 3,2 miliardi. Prima per perdite resta Telecom Italia con un rosso 674 milioni che segue quello di 1,6 miliardi del 2012 e di 4,8 miliardi nel 2011.
Nella classifica per fatturato 2013 - che vede confermate le posizioni dalla terza alla sesta di Enel, GSE (la società pubblica che svolge attività di compravendita di energia elettrica), Telecom Italia e Finmeccanica - tra le Top20 vi è un solo ingresso, quello di Ge Italia Holding (già Nuovo Pignone), e una sola uscita, quella di Erg. In entrambi i casi i movimenti sono legati a un cambio del perimetro di consolidamento.
In salita di tre posizioni Luxottica (da 17 a 14) e Ferrovie dello Stato (da 16 a 13), recuperano due gradini Edison, Pirelli e Supermarkets Italiani di Caprotti.
EXOR-FIAT PRIMA PER OCCUPATI MA SOLO 26% IN ITALIA
Il gruppo che fa capo a Exor si mette in luce anche sul fronte degli occupati con quasi 306.000 unità, in aumento del 6,5% sul 2012. Bisogna risalire a fine anni Ottanta per ritrovare questa consistenza anche se distribuita diversamente: l'80% lavorava in Italia, oggi ne resta poco più del 26%.
In seconda posizione Poste Italiane con circa 145.400 unità mentre Eni ha nuovamente superato nel 2013 Telecom Italia.
I debiti finanziari più consistenti a fine 2013 sono in capo a Enel (58,3 miliardi di euro, in diminuzione dell'8,8% sul 2012), Exor (53,2 miliardi, +6,2%), Telecom Italia (35 miliardi, -6,3%) ed Eni (25,9 miliardi, +5,8%).
Guardando ai settori, nella moda la palma d'oro per fatturato va a Prada (3,6 miliardi nel 2013) seguita da Giorgio Armani (2,2 miliardi).
Tra gli editoriali Rcs resta al primo posto con 1,315 miliardi, ma con il -17,7% del 2013 è stata di fatto raggiunta da Mondadori con 1,276 miliardi (-9,9%). Mediaset con 3,4 miliardi conferma il primato tra le tv, settore in cui Sky con un'ulteriore lieve crescita a 2,8 miliardi si mantiene davanti alla Rai (2,6 miliardi).
TRA SOCIETA' "DINAMICHE" FORTE PESO DELL'EXPORT
Tra le imprese oggetto dello studio si segnalano come di consueto alcuni nomi "dinamici", società che hanno realizzato un incremento delle vendite pari al 20% sia rispetto ai livelli pre-crisi del 2007 che a quelli del 2012 e un'incidenza del risultato sul fatturato 2013 maggiore del 4%.
Sia tra le nove "junior" (fatturato compreso fra i 50 e i 355 milioni con una forza lavoro inferiore ai 500 dipendenti) che tra le due "senior" (fatturato tra i 355 milioni e i 3 miliardi oppure forza lavoro superiore ai 499 dipendenti) dell'edizione 2014 si evidenzia una forte componente dei ricavi realizzati all'estero.
Per la prima junior, Ballarini Paolo & Figli - specializzata nella fabbricazione di pentolame e attrezzi da cucina in metallo - il mercato estero conta per il 61,3% dei ricavi. La seconda, il gruppo di abbigliamento maschile fiorentino Stefano Ricci, esporta l'85% del suo fatturato e per la terza, il produttore di macchine per il packaging Uteco Converting, la quota destinata all'esportazione è pari all'80,5%.
Le due senior - Smigroup e Stevanato Group - esportano rispettivamente il 66,2% e il 90% del fatturato.
(Sabina Suzzi)