Investing.com - I futures del greggio sono in calo questo lunedì, mentre l’incertezza sulla durata del programma di stimolo della Federal Reserve continua a tenere gli investitori cauti.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a dicembre sono scambiati a 94,43 dollari al barile negli scambi della mattinata europea, in calo dello 0,2%.
I futures del petrolio scambiati sulla borsa di New York sono rimasti in un range tra 94,34 dollari al barile, il minimo giornaliero e il massimo della seduta di 94,90 dollari al barile.
Il contratto di dicembre venerdì è salito dello 0,42% a 94,60 dollari al barile.
I futures del greggio troveranno supporto a 93,07 dollari al barile, il minimo dal 5 novembre e resistenza a 95,40 dollari al barile, il massimo dal 6 novembre.
I dati ufficiali di venerdì hanno mostrato che l’economia USA ha creato 204.000 nuovi posti di lavoro ad ottobre, ben al di sopra dei 125.000 previsti dagli economisti. La lettura di settembre è stato rivista al rialzo a 163.000 da un dato riportato precedentemente di 148.000.
I dati positivi si sono uniti alle aspettative che la Fed possa iniziare la riduzione del suo programma di acquisti da 85 miliardi di dollari al mese già a dicembre.
Il programma di stimolo della Fed è considerato da molti investitori come un fattore determinante per la crescita del prezzo delle materie prime perché tende ad abbassare il valore del dollaro.
Le perdite del greggio sono limitate in seguito ai dati rilasciati nel fine settimana che hanno mostrato un aumento maggiore del previsto della produzione industriale cinese ad ottobre, mentre l’indice dei prezzi al consumo è salito di poco.
La produzione industriale è salita del 10,3% il mese scorso, superando le aspettative di un aumento del 10,0%, mentre l’IPC è salito del 3,2% dal 3,1% di settembre.
La Cina è il secondo consumatore di greggio al mondo dopo gli USA ed è stata un traino per l’aumento della domanda.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures Brent del petrolio con consegna a dicembre sono in salita dello 0,35% a 105,50 dollari al barile, con lo spread tra i Brent e i contratti del greggio a 11,16 dollari al barile.
I prezzi Brent scambiati sulla borsa di Londra sono stati sostenuti dall’esito delle trattative tra l’Iran e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, conclusesi senza una soluzione che avrebbe diminuito le sanzioni contro l’esportazione del petrolio di Teheran in cambio di limitazioni dell’attività nucleare.
Le sanzioni commerciali applicate all’Iran dovute alle sue ambizioni nucleari tolgono oltre un milione di barili di greggio al giorno dal mercato globale.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a dicembre sono scambiati a 94,43 dollari al barile negli scambi della mattinata europea, in calo dello 0,2%.
I futures del petrolio scambiati sulla borsa di New York sono rimasti in un range tra 94,34 dollari al barile, il minimo giornaliero e il massimo della seduta di 94,90 dollari al barile.
Il contratto di dicembre venerdì è salito dello 0,42% a 94,60 dollari al barile.
I futures del greggio troveranno supporto a 93,07 dollari al barile, il minimo dal 5 novembre e resistenza a 95,40 dollari al barile, il massimo dal 6 novembre.
I dati ufficiali di venerdì hanno mostrato che l’economia USA ha creato 204.000 nuovi posti di lavoro ad ottobre, ben al di sopra dei 125.000 previsti dagli economisti. La lettura di settembre è stato rivista al rialzo a 163.000 da un dato riportato precedentemente di 148.000.
I dati positivi si sono uniti alle aspettative che la Fed possa iniziare la riduzione del suo programma di acquisti da 85 miliardi di dollari al mese già a dicembre.
Il programma di stimolo della Fed è considerato da molti investitori come un fattore determinante per la crescita del prezzo delle materie prime perché tende ad abbassare il valore del dollaro.
Le perdite del greggio sono limitate in seguito ai dati rilasciati nel fine settimana che hanno mostrato un aumento maggiore del previsto della produzione industriale cinese ad ottobre, mentre l’indice dei prezzi al consumo è salito di poco.
La produzione industriale è salita del 10,3% il mese scorso, superando le aspettative di un aumento del 10,0%, mentre l’IPC è salito del 3,2% dal 3,1% di settembre.
La Cina è il secondo consumatore di greggio al mondo dopo gli USA ed è stata un traino per l’aumento della domanda.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures Brent del petrolio con consegna a dicembre sono in salita dello 0,35% a 105,50 dollari al barile, con lo spread tra i Brent e i contratti del greggio a 11,16 dollari al barile.
I prezzi Brent scambiati sulla borsa di Londra sono stati sostenuti dall’esito delle trattative tra l’Iran e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, conclusesi senza una soluzione che avrebbe diminuito le sanzioni contro l’esportazione del petrolio di Teheran in cambio di limitazioni dell’attività nucleare.
Le sanzioni commerciali applicate all’Iran dovute alle sue ambizioni nucleari tolgono oltre un milione di barili di greggio al giorno dal mercato globale.