MILANO (Reuters) - La mancata realizzazione del tratto a mare offshore del gasdotto South Stream, se fosse confermata, avrà un impatto per Saipem intorno a 1,250 miliardi di euro come minori ricavi sul 2015.
A dirlo è l'AD della società di ingegneristica e costruzioni controllata da Eni, Umberto Vergine, in un'intervista a Il Sole-24 Ore.
Ieri la società, che si è aggiudicata due contratti per un valore di 2,4 miliardi per due linee del gasdotto, ha detto di non avere ancora ottenuto alcuna comunicazione formale di uno stop del progetto.
"Se si arrivasse allo stop, per Saipem ci sarebbe un ricavo mancante nel 2015 per 1,250 miliardi di euro. E' un progetto importante e uno stop si tradurrebbe in una carenza di margini significativa e in un fermo delle navi con relativo costo", ha detto il manager.
Quanto al crollo del prezzo del greggio, Vergine sottolinea che "è facile immaginare che ne risentiremo anche noi".
Il numero uno di Saipem ha poi aggiunto che "noi dobbiamo lavorare alla guidance del 2015 che doveva essere l'anno del consolidamento, invece, sarà ancora di transizione con un prolungamento dei tempi di recuperto sia sulla redditività che sul debito".
Infine, sui piani di cessione della quota da parte di Eni, Vergine ha detto che "la vendita è in capo a Eni e noi non abbiamo visibilità né sui tempi né su come saremo deconsolidati. Abbiamo dato mandato a Lazard per individuare il modo migliore di presentarci al mercato finanziario. Al momento però non ci sono allo studio modalità particolari e quindi non escludiamo alcuna strada".
Quanto ai nomi circolati sulla stampa, da Rosneft ai cinesi, "tutti sono benvenuti", ha concluso.