Investing.com - L’euro resta in calo contro il dollaro e contro le principali controparti questo lunedì, per via dei timori per la minaccia di una guerra tra Russia e Ucraina, timori che hanno alimentato un selloff degli asset più rischiosi.
Il cambio EUR/USD ha toccato i minimi della seduta di 1,3728. Ieri il cambio è salito al massimo di due mesi di 1,3823.
Supporto a 1,3730 e resistenza a 1,3800.
L’escalation delle tensioni sulla crisi in Ucraina è partita in seguito alla decisione del Presidente russo Vladimir Putin di inviare delle truppe in Crimea nel corso del fine settimana.
Il governo ucraino ha richiesto il supporto internazionale per costringere le truppe russe ad abbandonare il territorio.
La decisione ha alimentato le preoccupazioni che l’Occidente possa imporre delle sanzioni economiche contro la Russia. La banca centrale russa ha alzato i tassi di interesse dal 5,5% al 7% questo lunedì, dopo che il rublo ha toccato un nuovo minimo record contro l’euro e il dollaro.
Nella zona euro i dati hanno confermato che l’indice PMI manifatturiero è sceso a 53,2 a febbraio dal 54,0 di gennaio. Si è trattato del primo calo dopo cinque mesi che ha sottolineato la fragile natura della ripresa nella zona euro.
Un secondo report ha mostrato che il tasso del calo del settore manifatturiero a febbraio si è allentato, mentre l’attività nel settore manifatturiero è salito per l’ottavo mese consecutivo.
L’euro è sceso contro lo yen più debole, con EUR/JPY in calo dello 0,68% a 139,51.
La moneta unica è scesa al minimo di oltre un anno contro il franco svizzero, con EUR/CHF ai minimi di 1,2103, il minimo dal gennaio 2013,prima di scendere a 1,2126.
L’euro è sceso contro la sterlina, con EUR/GBP in calo dello 0,21% a 0,8226.
La sterlina ha trovato un certo supporto dopo i dati di lunedì che hanno mostrato un aumento del settore manifatturiero a febbraio, con la crescita che ha segnato il massimo di 33 mesi a febbraio.
L’indice dei direttori acquisti Markit per il settore manifatturiero in Gran Bretagna a febbraio è salito a 56,9, in aumento da un dato rivisto di 56,6 a gennaio. Gli analisti avevano previsto un calo a 56,5.