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Prezzi output balzano ai massimi da 2008, Pechino muove autorità

Pubblicato 09.06.2021, 06:55
© Reuters.
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Di Gina Lee

Investing.com – Pericolo inflazione anche in Cina che avverte le autorità. I prezzi di fabbrica cinesi sono infatti balzati a maggio ai massimi dal 2008, spinti dall'aumento dei prezzi delle materie prime, con i prezzi al consumo in salita per il terzo mese consecutivo.

L'indice dei prezzi alla produzione (PPI) è aumentato del 9,0% su base annua, superiore all'8,5% delle previsioni di Investing.com, registrando il tasso di crescita più alto dal 2008. L'acclelerazione ha superato anche il +6,8% di aprile, secondo i dati diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica NBS. Su base mensile, il rialzo è stato pari a +1,6%.

Il balzo del PPI è stato determinato dall'aumento dei prezzi del greggio, del ferro e dei metalli non ferrosi, ha affermato NBS in una nota. I prezzi delle materie prime, tra cui carbone, acciaio, ferro e rame, hanno visto una forte crescita nel 2021 trainati dalla ripresa della domanda post-Covid e dall'ampia liquidità presente nel sistema.

Secondo la People's Bank of China, i prezzo alla produzione saliranno ulteriormente nel secondo e nel terzo trimestre trainati dai prezzi più alti delle materie prime e delle basi basse nel 2020 prima di una normalizzazione prevista verso la fine nel 2021. 

Intanto, nella giornata di ieri, la Commissione cinese di sviluppo e riforma nazionale (NDRC-National Development and Reform Commission) ha invitato tutte le autorità provinciali nel controllare i prezzi del delle materie prime, facendo i massimi sforzi per assicurare  e la stabilità dei prezzi.

I segnali si muovono anche sul fronte dei prezzi al consumo. L'IPC è accelerato al +1,3% su base annua a maggio, al di sotto di un aumento dell'1,6% nelle previsioni di Investing.com ma superiore al +0,9% di aprile.

Su base mensile, invece, l'indice ha registrato il -0,2% rispetto alle previsioni del -0,1%, dal -0,3% di aprile. 

I prezzi maggiorati dei metalli hanno avuto "un forte impatto sulle industrie coinvolte nell'estrazione e nella lavorazione delle materie prime", ma hanno avuto "un'influenza minima" sulle industrie di mobili e tessuti, secondo un'analisi di Bloomberg Economics.

 

 

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