Investing.com - L’oro è sceso lo scorso venerdì al minimo di oltre quattro settimane, nel clima di incertezza sull’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre è sceso di 6,00 dollari, o dello 0,54% lo scorso venerdì, chiudendo la seduta a 1.103,30 dollari l’oncia troy, dopo aver toccato il minimo intraday di 1.097,70, il minimo dall’11 agosto.
Sulla settimana, il metallo prezioso ha visto un calo di 16,30 dollari, o dell’1,53%, segnando il secondo terzo calo settimanale consecutivo, mentre i traders continuano a valutare la tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve durante il vertice del 16-17 settembre.
Negli ultimi mesi, la tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed è stata costantemente sotto i riflettori.
È mista l’opinione degli investitori sull’eventuale decisione della banca centrale statunitense durante il vertice del prossimo mercoledì e giovedì.
Una parte degli investitori crede che la Fed possa rimandare l’aumento dei tassi questo mese, per via dei timori legati alla volatilità dei mercati finanziari causata dal rallentamento dell’economia cinese.
Il 24 luglio i futures dell’oro sono crollati al minimo degli ultimi cinque anni e mezzo di 1.072,30 dollari, nelle speculazioni che la Federal Reserve possa decidere di aumentare i tassi di interesse a settembre per la prima volta dal 2006.
Le aspettative di un aumento dei tassi sono ribassiste per l’oro, poiché il metallo prezioso fatica a competere con gli investimenti ad alto rendimento quando i tassi sono alti.
Sempre sul Comex, l’argento con consegna a dicembre venerdì è sceso di 14,0 centesimi, o dello 0,96%, a 14,50 dollari l’oncia troy alla chiusura degli scambi. Sulla settimana l’argento ha visto un calo di 14,0 centesimi, o dello 0,37%.
Intanto, il rame con consegna a dicembre è salito venerdì di 0,6 centesimi, o dello 0,27%, a 2,453 dollari la libbra. Giovedì scorso il rame ha toccato 2,472 dollari, il massimo dal 21 luglio. Sulla settimana il rame è salito di 13,6 centesimi o del 6,12%, dopo una serie di dati deludenti sull’economia cinese, dati che confermano la necessità di un intervento da parte di Pechino a sostegno della seconda economia mondiale.
I dati rilasciati quest’oggi hanno mostrato che la produzione industriale cinese è aumentata del 6,1% ad agosto, contro le aspettative di un aumento del 6,4%.
Un secondo report ha mostrato che gli investimenti fixed asset sono scesi, indicando che la Cina dovrà intervenire per evitare un ulteriore rallentamento dell’economia.
Il 24 agosto il rame è crollato al minimo di sei anni di 2,202 dollari, nei timori per l’economia cinese e per i crolli registrati sui mercati azionari del paese, due fattori che hanno molto pesato sul metallo rosso.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale del metallo rosso e lo scorso anno ha rappresentato il 40% della richiesta globale.
Gli investitori attenderanno nella prossima settimana l’annuncio della Federal Reserve. Sono attesi inoltre dati USA sull’inflazione e sulle vendite al dettaglio.
In vista della prossima settimana, Investing.com ha compilato una lista di questi ed altri eventi significativi che potrebbero influenzare i mercati. La guida salta lunedì e venerdì in quanto non sono previsti eventi particolarmente rilevanti.
Martedì 15 settembre
Gli USA rilasceranno i dati sulle vendite al dettaglio, sulla produzione industriale e sull’attività manifatturiera nello stato di New York.
Mercoledì 16 settembre
Gli USA rilasceranno i dati sull’inflazione dei prezzi al consumo.
Giovedì 17 settembre
Gli USA rilasceranno i dati sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione, sulle concessioni edilizie e sui nuovi cantieri, nonché i dati sull’attività manifatturiera nell’area di Philadelphia.
Nel corso della giornata la Federal Reserve annuncerà la decisione di politica monetaria conclusiva al vertice di due giorni.