di Elvira Pollina
MILANO (Reuters) - Nel primo trimestre dell'anno l'Italia dovrebbe aver colto i frutti iniziali del mix macroeconomico favorevole determinato dalle politiche espansive della Banca centrale europea e dalla discesa di euro e prezzi del greggio, mettendo a segno la prima variazione congiunturale positiva del prodotto interno lordo dalla metà del 2011.
La mediana delle previsioni raccolte da Reuters in un sondaggio tra gli economisti, in vista della pubblicazione della stima preliminare di Istat in agenda mercoledì 13, indica per la prima frazione d'anno un incremento congiunturale del Pil di 0,2%, dopo la variazione nulla registrata nell'ultima parte dell'anno scorso.
Ancora negative, ma in miglioramento, le attese per il dato a perimetro annuo: la contrazione dovrebbe infatti ridursi a -0,2% da -0,5%.
A supporto delle aspettative di un avvio della ripresa nei mesi invernali gli indicatori diffusi nelle scorse settimane, ultimo in ordine di tempo quello della produzione industriale, cresciuta dello 0,3% su base trimestrale .
"Le indicazioni arrivate dall'industria e dai servizi, che dovrebbero aver consolidato la marginale espansione vista nell'ultima parte del 2014, danno sostanza alla nostra idea di una crescita del Pil dello 0,2% nel primo trimestre", sintetizza Loredana Federico, economista di UniCredit.
Il governo e i principali previsori, privati e istituzionali, si aspettano che quest'anno l'Italia si lasci alle spalle un triennio di recessione, ritornando a una debole crescita.
Le stime di crescita del Pil nella media d'anno oscillano tra lo 0,7% dell'esecutivo e lo 0,5% del Fondo monetario, mentre la Commissione europea si aspetta un'espansione dello 0,6%
SPINTA DA CONSUMI, INCERTO QUADRO INVESTIMENTI
Tornando al primo trimestre, gli analisti ritengono presumibile un contributo positivo dei consumi, frutto della bassa inflazione, in parte legata al deprezzamento delle materie prime, greggio in testa.
"Ci aspettiamo che il prodotto interno lordo italiano si rafforzi nel primo trimestre, sostenuto da un miglioramento della spesa delle famiglie, grazie al miglioramento del potere d'acquisto", scrivono in una nota gli economisti di Credit Agricole (PARIS:CAGR), che per il primo trimestre stimano un incremento del Pil pari allo 0,2%.
Non univoche le aspettative sull'export. Se UniCredit si aspetta un contributo almeno marginalmente positivo, a fronte della discesa del tasso di cambio dell'euro, effetto del quantitative easing della Bce, Credit Agricole è più cauta.
"Un miglioramento delle esportazioni nette non è chiaramente visibile dopo la buona perfomance nel quarto trimestre e il contributo alla crescita sarà sostanzionalmente nullo", si legge nella nota.
Per quanto riguarda gli investimenti, dopo l'inaspettata crescita dello 0,2% segnata nel periodo ottobre-dicembre, predomina la cautela, e non è escluso un marginale assestamento, tipico delle fasi di uscita da un lungo periodo di crisi.
"Le nostre attese sono per una sostanziale stabilizzazione, mentre per poter osservare un trend positivo bisognerà attendere una ripresa dei profitti delle imprese, in parallelo con il consolidamento della ripresa nel corso dell'anno", conclude Federico.