Investing.com - Il prezzo dell’oro scende al minimo di una settimana e mezzo questo giovedì, sulla scia dei verbali dell’ultimo vertice di politica monetaria della Federal Reserve da cui è emersa la necessità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse, spingendo il dollaro.
Sul Comex, i future dell’oro scendono dello 0,62% a 1.323,7 dollari l’oncia troy alle 02:00 ET (06:00 GMT), il minimo dal 14 febbraio.
Nei verbali del vertice di politica monetaria della Fed di gennaio, pubblicati ieri, si legge che i funzionari della banca centrale considerano il miglioramento della crescita economica e l’aumento dell’inflazione una ragione per continuare ad alzare i tassi di interesse in modo graduale.
La notizia supporta il biglietto verde, nonostante le preoccupazioni per il deficit degli Stati Uniti, che dovrebbe schizzare a quasi mille miliardi di dollari nel 2019 in seguito all’annuncio della spesa per le infrastrutture e dei grossi sgravi fiscali per le aziende.
L’oro risente dell’andamento dei tassi USA e del dollaro. Un dollaro forte rende l’oro più costoso per i titolari di altre valute, mentre l’aumento dei tassi USA fa salire il costo degli investimenti senza rendimento come i lingotti.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,13% a 90,14, il massimo dal 12 febbraio.
Sul dollaro di recente pesano le prospettive di un inasprimento più veloce della politica monetaria al di fuori degli Stati Uniti, evento che ridurrebbe le differenze tra la politica monetaria della Fed e quella delle altre banche centrali.
Sempre sul Comex, i future dell’argento crollano dell’1,34% a 16,39 dollari l’oncia troy.